Massimo Alunni, lancia un nuovo allarme. Perché i fatti delle ultime settimane raccontano come ventimila ciclisti di fatto siano a rischio
All’indomani della tragedia di Marco Minelli, il 42enne di Valfabbrica morto a Gualdo Tadino sabato pomeriggio in bici dopo un incidente con un furgone, il presidente del comitato umbro della Federazione ciclistica, Massimo Alunni, lancia un nuovo allarme. Perché i fatti delle ultime settimane raccontano come ventimila ciclisti di fatto siano a rischio.
«Quello che vogliamo portare all’attenzione dell’opinione pubblica – dice Alunni al Messaggero – è che la differenza tra noi ciclisti e un ragazzino su uno scooter, a livello di presenza in strada e attenzione, è ormai minima. La velocità, i sorpassi azzardati e le distrazioni sono all’ordine del giorno da parte di molti automobilisti. È una questione proprio di mancanza di rispetto. Oltre all’assenza di una legislazione sul rispetto del ciclista, tipo il sorpasso a un metro e mezzo, attesa da anni ma che non viene mai fuori. Dobbiamo lavorare sull’educazione e pensare che sorpassare un ciclista è come sorpassare un’auto o uno scooter. Alcuni lo hanno recepito, ma resta una certa percentuale che non si comporta in modo giusto».
Anche perché la popolazione di chi va in bicicletta è in continuo aumento.
E purtroppo l’Umbria non è immune dal fenomeno dei drammi di quelli che scelgono le due ruote per muoversi o fare sport e magari percorrere le strade urbane.
Come riporta la Nazione, l’ultimo dato disponibile è quello del 2021 che rivela come siano stati 135 coloro che sono rimasti vittime di un incidente nella nostra regione mentre andavano in bicicletta, con un andamento che resta costante negli ultimi 8 anni: dal 2014 al 2021 infatti, la media è stata infatti intorno a questa cifra, con un picco otto anni fa, quando furono 149 e altri 140 nel 2015.