Il suo avvocato ha chiesto la trasmissione degli atti alla Procura di Perugia
Dopo il fermo di Carmelo Miano, 24 anni, di Gela, residente a Roma e dipendente di Ntt data (multinazionale giapponese leader nel settore della consulenza informatica), sono emerse una serie di novità su come e quando l’hacker siciliano sia riuscito a violare i sistemi informatici di Magistratura, Guardia di Finanza e Ministero dell’Interno, ma anche di aziende private come Tim e Telespazio.
Il Giovane è accusato anche di aver organizzato un intenso e profittevole traffico illecito di criptovalute: sono stati sequestrati 7 milioni di euro in bitcoin.
Miano avrebbe ammesso di essere entrato nella corrispondenza elettronica delle email istituzionali di pubblici ministeri di Brescia, Gela, Roma ed anche Napoli. L’hacker aveva le competenze per bloccare i sistemi, ma è riuscito ad acquisire anche fascicoli di indagine coperti da segreto investigativo, esclusi quelli inerenti le indagini sull’antiterrorismo. In sintesi Miano, utilizzando cinque identità fittizie, si sarebbe appropriato di dati sensibili riguardanti la criminalità organizzata.
Ora si scopre che, secondo la Procura di Napoli – titolare dell’indagine -, il superhacker si avvaleva della complicità di altri due giovani: un 23enne romano e un 26enne orvietano, che da qualche tempo si sarebbe trasferito in olanda.
Carmelo Miano è difeso dall’avvocato Gioacchino Genchi, che avrebbe chiesto la dichiarazione di incompetenza dell’autorità giudiziaria di Napoli e la trasmissione degli atti alla Procura di Perugia.