I tre snodi principali di questa evoluzione
Una recente indagine condotta da Elisabetta Tondini per conto dell’Agenzia Umbria Ricerche (AUR) fotografa un mercato del lavoro regionale in profonda trasformazione, guidato da dinamiche demografiche e socioculturali sempre più incisive. L’invecchiamento della popolazione, il crescente protagonismo femminile e la questione della qualità occupazionale emergono come i tre snodi principali di questa evoluzione.
Una forza lavoro sempre più anziana
Il quadro demografico dell’Umbria mostra un invecchiamento della forza lavoro più accentuato rispetto alla media nazionale. Tale processo è influenzato da diversi fattori strutturali: il calo delle nascite, l’allungamento dei percorsi formativi, l’innalzamento dell’età pensionabile e il rientro nel mercato del lavoro di donne precedentemente inattive, spesso dopo aver concluso fasi intense di cura familiare.
Dal 2018 al 2024, il contributo degli over 50 è cresciuto in maniera significativa, passando dal 36,4% al 42,6% degli occupati, pari a un incremento di circa 32.000 unità. Di contro, la fascia 35-49 anni si è ridotta sia in termini assoluti (–11.400 unità), sia in termini relativi (dal 42,4% al 36,6%).

Significativa anche la crescita degli occupati tra i 15 e i 34 anni (+3.600 unità), nonostante il calo della popolazione in quella fascia. Tuttavia, l’Umbria non riesce a tenere il passo con la media nazionale in termini di incidenza sul totale degli occupati. Il gruppo oggi più numeroso è quello dei 50-64enni, che rappresentano il 38% della forza lavoro regionale.

Di rilievo il dato relativo agli ultra 64enni, aumentati del 70% in Umbria (contro il +25% a livello nazionale), raggiungendo il 4,6% degli occupati: un segnale chiaro dell’impatto della longevità lavorativa.
La forza femminile che trasforma il mercato
In questo scenario, le donne si impongono come protagoniste del cambiamento, contribuendo in maniera decisiva a riequilibrare le dinamiche occupazionali. In particolare, tra il 2018 e il 2024, le giovani lavoratrici umbre (15-34 anni) sono cresciute del 14,5% (+4.200 unità), mentre nello stesso periodo gli uomini nella stessa fascia hanno perso l’1,6%.

Ancora più significativa è la crescita dell’occupazione tra le donne over 64, aumentate del 72,5%, contro il 44,3% degli uomini. Una partecipazione che assume sempre più un ruolo strutturale nel sistema economico regionale.
L’Umbria registra inoltre un aumento consistente dei tassi di occupazione femminili in tutte le fasce d’età, con dinamiche non riscontrabili in altre regioni. Le 25-34enni, ad esempio, sono passate dal 54,6% al 68,6% di tasso di occupazione. Per le 50-89enni, la regione raggiunge il tasso più elevato in Italia (33,1%), superando anche le regioni del Nord.
Nel complesso, il tasso di occupazione femminile umbro è salito al 44,6%, ormai molto vicino ai livelli del Settentrione.
Quale lavoro? Tra inclusione e fragilità
L’approfondimento sulla qualità del lavoro restituisce un quadro articolato. Tra il 2018 e il 2024, in Italia il lavoro part-time è diminuito. In Umbria, invece, è cresciuto: +5,9% tra gli uomini e +12,2% tra le donne, con quest’ultime che oggi raggiungono una quota di part-time pari a quasi una su tre.
Un segnale positivo è la riduzione del part-time involontario, passato dal 20% al 16,5%, segno che in molti casi si tratta di una scelta consapevole per conciliare tempi di vita e lavoro. Tuttavia, l’Umbria resta una delle regioni con il più alto tasso di part-time non desiderato.
Anche sul fronte della stabilità contrattuale, la regione mostra luci e ombre. A fronte di un rafforzamento del tempo indeterminato a livello nazionale, in Umbria si osserva un’anomalia per le donne, che registrano un aumento dei contratti a termine. Nel 2024, una lavoratrice dipendente su cinque è assunta con un contratto a tempo determinato, evidenziando un’incidenza della precarietà superiore rispetto agli uomini e alle altre regioni.
Un ruolo strategico, ma da rafforzare
In sintesi, il mercato del lavoro umbro si presenta nel 2024 come un ecosistema in evoluzione, plasmato da un lato dall’invecchiamento della popolazione attiva, dall’altro dal rafforzamento della componente femminile.
Le donne umbre, in particolare le giovani e le over 64, stanno svolgendo un ruolo strategico nel mantenere l’equilibrio del sistema occupazionale. La loro crescente partecipazione non si limita a un recupero di marginalità, ma rappresenta una leva strutturale per la resilienza e l’adattamento del mercato locale.
Tuttavia, questa partecipazione si realizza spesso in condizioni contrattuali ancora fragili. Rafforzare la qualità del lavoro, offrendo stabilità e reali opportunità di crescita professionale, diventa quindi un obiettivo prioritario per consolidare i progressi compiuti e garantire uno sviluppo equo e sostenibile dell’occupazione regionale.