Università, industria e politica si uniscono per guidare la transizione energetica regionale
L’Umbria punta a emergere come centro d’eccellenza per il nucleare di nuova generazione, grazie a un ambizioso progetto volto a creare un cluster tecnologico avanzato. In un articolo de Il Messaggero, a firma di Sergio Capotosti, il professor Franco Cotana, docente di Fisica Tecnica Industriale all’Università di Perugia, illustra il progetto governativo che prevede l’installazione di Small Modular Reactors (SMR): moduli di piccole dimensioni che garantiscono elevati standard di sicurezza e che possono essere realizzati su spazi inferiori a un ettaro.
Il contributo del professor Cotana è stato determinante nella stesura della Piattaforma nazionale per il nucleare sostenibile. “Insieme a me hanno lavorato anche due professori di Terni: Andrea Di Schino e Federico Rossi”, spiega Cotana, sottolineando l’importanza della collaborazione accademica. La visione si arricchisce ulteriormente grazie al coinvolgimento di realtà industriali locali: oltre alla Fucine di Terni, produttrice di componenti per le centrali nucleari, l’Umbria conta anche la Allimep di Ponte Felcino, specializzata in parti meccaniche e saldature per impianti nucleari.
Questa sinergia tra università e industria potrebbe attirare investimenti e competenze specializzate, favorendo una significativa transizione energetica per la regione. Tuttavia, il successo del progetto dipenderà anche dal fondamentale contributo della politica.
In quest’ottica, il Comune di Terni si dimostra all’avanguardia. Dal prossimo settembre, presso il Bic di Maratta – incubatore di imprese e startup – partirà una nuova attività di ricerca sul nucleare. Inoltre, al Centro Multimediale (Cmm) prenderà il via un corso universitario dedicato ai cambiamenti climatici e alla transizione energetica. L’assessore allo sviluppo, Sergio Cardinali, ha spiegato: “Il nuovo corso, collegato alla Facoltà di Fisica nell’ambito dei ‘cambiamenti climatici e la transizione’, collaborerà strettamente con il BIC, la facoltà di Ingegneria e vedrà un’ampia sinergia con l’ITS Accademy”.
Con questo approccio integrato, l’Umbria si propone come modello per un nucleare innovativo, sicuro e sostenibile, capace di garantire un futuro energetico all’avanguardia.