I sindacati chiedono il piano industriale
I lavoratori di Sangemini e Amerino chiedono di conoscere i contenuti del concordato di Ami (Acque Minerali d’Italia) omologato dal tribunale di Milano il 28 dicembre scorso. Perché in quel documento è scritto il loro futuro.
In cinque anni la proprietà (i fondi Clessidra e Magnetar hanno acquisito l’80 per cento del capitale della famiglia Pessina) si è impegnata a sanare i debiti, ma non è chiaro a scapito di chi.
«Solo dopo aver visionato il piano industriale e commerciale relativo ai siti umbri – dichiarano le rappresentanze sindacali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil – e una volta aver capito se si potrà dare prospettiva di investimenti per la salvaguardia occupazionale e per il mantenimento dei marchi prodotti, ci esprimeremo».
«Crediamo sia necessario fare chiarezza sullo stato attuale della vertenza e ribadiamo con fermezza che il percorso in piedi con il management aziendale è tutto da definire – chiariscono – per questo serve la vicinanza di tutte le istituzioni locali e della politica unita, per la salvaguardia dei siti produttivi e dell’occupazione, anche in relazione agli impegni firmati in passato da tutti noi».
Per le tre sigle sindacali sarà fondamentale anche l’apporto degli strumenti regionali sulle politiche attive, percorso già aperto con l’assessorato allo Sviluppo economico della Regione Umbria, così come sarà importante il tavolo ministeriale per una risoluzione definitiva a livello nazionale.
Vertenza AMI sangemini – la regione attenta al futuro dello stabilimento di Sangemini e alla tutela dei lavoratori
perugia, 25 nov. 020 – “E’ necessaria una forte attenzione”, è quanto espresso dalla presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, e dall’assessore regionale allo sviluppo economico, Michele Fioroni, sullo stato della vertenza AMI Acque Minerali d’Italia che è proprietaria dello stabilimento di Sangemini.
“L’apertura della procedura concordataria del Gruppo AMI – hanno dichiarato la presidente Tesei e l’assessore Fioroni – ad oggi non ha sortito la definizione di un piano concordatario in grado di dare continuità produttiva e il mantenimento dei livelli occupazionali ad un marchio storico, identitario del territorio e dell’intera regione.
La vertenza nazionale ha visto la Regione Umbria, anche in quanto autorità competente in tema di concessione e sfruttamento delle acque minerali, svolgere una puntuale e attiva partecipazione al tavolo nazionale monitorandone costantemente gli sviluppi sia con i contatti diretti con gli organi della procedura sia attraverso un costante confronto con le organizzazioni sindacali in raccordo con le istituzioni locali.
La presentazione di un piano concordatario che salvaguardi i livelli occupazionali, i marchi e le produzioni umbre – hanno concluso Tesei e Fioroni – non è quindi più rinviabile. Auspichiamo e sollecitiamo che attorno alla Sangemini e a tutto ciò che rappresenta per l’Umbria si concentrino interessi economici ed imprenditoriali positivi rispetto ai quali la Regione è pronta ad aprire un confronto per supportare con adeguati strumenti di politica industriale progetti di rilancio, sviluppo produttivo e occupazione.”