l’inasprimento delle relazioni commerciali potrebbe avere effetti negativi sul futuro dell’export
L’approfondimento di Elisabetta Tondini e Mauro Casavecchia di Aur (Agenzia Umbria Ricerche) che hanno elaborato i dati relativi all’export umbro nel 2024, lascia un sorriso velato,nel senso che seppure Il 2024 è stato un anno positivo per l’export umbro, il futuro, a causa della manovra di Donald Trump sull’imposizione di nuovi e costosissimi dazi desta non poche preoccupazioni per l’italia e l’Umbria
L’Umbria ha registrato un incremento delle esportazioni nel 2024, con un fatturato di 5,9 miliardi di euro e un aumento del 5,3%. Questo risultato ha segnato una controtendenza rispetto al calo nazionale dell’export, che ha registrato una diminuzione dello 0,4%. A spingere la crescita umbra sono stati principalmente i prodotti alimentari e gli articoli di abbigliamento, in particolare quelli in pelle, che insieme hanno rappresentato il 30% del fatturato, contribuendo rispettivamente per 2,5 e 2,2 punti percentuali. Inoltre, si è registrato un incremento anche nei settori della metallurgia e dei mezzi di trasporto, con una crescita complessiva dell’export di 0,7 punti percentuali per ciascun settore.
Anche la vendita di apparecchiature elettriche e non elettriche per uso domestico ha mostrato segnali di crescita, contribuendo ulteriormente all’aumento delle esportazioni umbre. Tuttavia, nonostante i risultati positivi, l’export umbro ha visto una contrazione nei macchinari e nelle apparecchiature, che restano comunque la voce principale delle esportazioni umbre, assorbendo quasi un quinto del totale.
In un contesto internazionale complesso, l’inasprimento delle relazioni commerciali potrebbe avere effetti negativi sul futuro dell’export. La crescente incertezza riguardo l’evoluzione dei rapporti economici tra i Paesi rischia infatti di frenare la dinamica degli scambi mondiali e di rallentare ulteriormente l’attività industriale, con effetti inevitabili anche sull’Umbria.

Il mercato statunitense e i dazi di Trump: una minaccia in agguato
Gli Stati Uniti rappresentano un mercato di sbocco sempre più rilevante per l’export umbro, con un aumento delle esportazioni pari al 9,8% nel 2024 (734 milioni di euro). Questo incremento ha superato la crescita complessiva delle esportazioni, e si posiziona al secondo posto, dopo la Germania, tra i principali mercati di destinazione. Nel triennio 2022-2024, la quota di mercato statunitense è aumentata dal 10,5% al 12,4%, a discapito di quella tedesca che è scesa dal 19,9% al 16,4%.
Il mercato statunitense ha avuto un impatto significativo sull’economia regionale, contribuendo all’1,8% del PIL umbro. Tra i prodotti più esportati verso gli Stati Uniti, i macchinari e le apparecchiature rappresentano la voce principale, pur registrando un lieve calo. Seguono i prodotti dell’abbigliamento, in particolare quelli in pelle, che rappresentano oltre il 30% delle esportazioni umbre verso gli Usa. Tuttavia, i prodotti alimentari, che fino a poco tempo fa costituivano una quota significativa delle esportazioni verso il mercato statunitense, hanno subito un forte calo.
Il rischio dazi e le preoccupazioni per l’Umbria
L’introduzione di nuovi dazi doganali da parte degli Stati Uniti, annunciata dal presidente Donald Trump all’inizio del suo secondo mandato, rischia di avere impatti devastanti sull’export umbro. Dal 12 marzo 2024, sono tornate in vigore tariffe del 25% su prodotti europei, inclusi acciaio, alluminio e altri beni come tubi, filo metallico e macchinari. Questi dazi, che già dal 2018 avevano creato difficoltà, sono ora applicati anche ai Paesi “amici”, tra cui l’Unione Europea.

Per l’Umbria, i settori maggiormente colpiti includono la metallurgia, i macchinari e apparecchiature, i mezzi di trasporto e i mobili, che rappresentano circa metà del fatturato delle esportazioni verso gli Stati Uniti. In particolare, l’aumento dei dazi potrebbe avere ripercussioni pesanti per l’economia regionale, considerando che alcune categorie merceologiche, come l’aerospazio, le bevande, i macchinari e la moda, sono particolarmente esposte.
Inoltre, le ritorsioni da parte dell’Unione Europea verso gli Usa, con tariffe anche sui prodotti alcolici come vino e champagne, potrebbero intensificare ulteriormente la guerra commerciale. Per l’Umbria, le esportazioni di vino e bevande alcoliche verso gli Stati Uniti rappresentano un valore di oltre 13 milioni di euro, pari all’1,8% dell’export regionale.
Le conseguenze a lungo termine dei dazi
L’aumento delle tariffe rischia di innescare una serie di effetti a catena, tra cui un aumento dei prezzi sul mercato statunitense, una riduzione delle esportazioni di prodotti chiave e un accumulo di giacenze nei magazzini, con conseguente svalutazione della merce. A lungo andare, queste problematiche potrebbero portare a una diminuzione della produzione, della occupazione e degli investimenti, aggravando ulteriormente una situazione economica già delicata. In particolare, le piccole e medie imprese, che costituiscono la spina dorsale dell’economia umbra, potrebbero faticare ad assorbire i costi aggiuntivi imposti dai dazi o a trasferire rapidamente la produzione negli Stati Uniti.
In conclusione, sebbene il 2024 sia stato un anno positivo per l’export umbro, la minaccia dei dazi e le incertezze globali mettono a rischio il futuro delle esportazioni umbre, con un’ombra di preoccupazione che persiste sul lungo termine.