Il 47 moldavo condannato a tre anni e mezzo di reclusione e al pagamento di una provvisionale di 5 mila euro
Umiliata e picchiata per anni. Pure mentre allattava la bambina appena nata. Nemmeno davanti alla neonata si era fermata la furia violenta di quell’uomo che adesso, come riporta oggi Il Corriere dell’Umbria, è stato condannato a tre anni e mezzo di reclusione e al pagamento di una provvisionale di 5 mila euro dal giudice Carla Maria Giangamboni. Il 47enne moldavo, difeso dall’avvocato Donatella Panzarola, è accusato di aver anche picchiato la figlia quando la piccola aveva solo quattro anni. Le due minori e la donna erano rappresentate dall’avvocata Sara Pasquino. Nel lunghissimo capo di imputazione sta scritto infatti che “nel 2007, rientrato a casa ubriaco, aveva preso per il braccio la bambina e l’aveva riempita di calci, pugni e schiaffi” solo l’intervento della mamma l’aveva salvata dalle botte del padre. E in quell’occasione la donna decise di denunciarlo e andare via di casa.
Ma l’inferno per la donna era nuovamente dietro l’angolo. L’odierno condannato infatti la minacciava spesso di “sfregiarle il volto con l’acido”. Una volta “rientrato in casa a notte fonda ubriaco, trovando la moglie che dormiva, le aveva spinto con forza la testa contro il cuscino nel tentativo di soffocarla”. Anche in quell’occasione la donna lo aveva denunciato. Ci sono voluti altri sette anni però per arrivare alla misura cautelare emessa nel 2019 dal gip Frabotta.
L’uomo infatti, aveva ripreso a tenere un atteggiamento violento tanto che nel 2018 dopo che la donna aveva iniziato a parlare di divorzio distrusse tutti gli oggetti in casa perché non voleva che lei parlasse al telefono. Dopo la misura cautelare del divieto di avvicinamento le denunce sono state riunificate e adesso è arrivata la sentenza di primo grado. Dopo 18 anni dal primo episodio di violenza quando, durante una cena con amici, prese la moglie per i capelli trascinandola per il corridoio stringendole le mani attorno al collo.