In tre finiscono in carcere e altri 3 ai domiciliari. La banda operava su tutto il territorio nazionale
Nella giornata odierna, la Polizia e i Carabinieri hanno dato esecuzione a un Provvedimento emesso dal Tribunale di Perugia che ha disposto misure caute lari di varie tipologie nei confronti di soggetti appartenenti ad un’associazione a delinquere, operativa su tutto il territorio nazionale, finalizzata al compimento di frodi informatiche, indebiti utilizzi di carte di credito e truffe finanziarie.
Allo stato sono state complessivamente eseguite 3 misure cautelari in carcere, per tre 3 soggetti sono stati disposti gli arresti domiciliari e per altri 3 è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Le indagini hanno disvelato ruoli e compiti di ogni singolo componente il cui “modus operandi” era sostanzialmente il seguente: le truffe venivano realizzate mediante l’utilizzo di sistemi informatici o telematici (phishing), i componenti della associazione – mediante rinvio di SMS (smishing) o tramite delle chiamate telefoniche (vishing) – dopo aver “agganciato” l’ignara vittima e spacciandosi per operatori bancari si facevano consegnare i codici autorizzativi, successivamente eseguivano operazioni di prelievo veicolando la somma fraudolentemente incassata in uno dei vari sportelli ATM dislocati sul territorio.
Successivamente gli indagati, ai fine di garantirsi l’anoniniato e rendere al contempo più difficile il loro rintraccio, per mezzo di intermediari (Money Mules) – che operavano con la prospettiva di ottenere una commissione -, tramite sportelli ATM, trasferivano il denaro fraudolentemente acquisito su altri conti “dedicati” e gestiti dagli stessi componenti dell’associazione.
L’articolata e complessa attività d’indagine – svolta congiuntamente da entrambe le Forze di Polizia e coordinata dalla Procura della Repubblica di Perugia, ha avuto inizio da una denuncia per estorsione: dai successivi accertamenti, è emerso che in realtà si trattava di una frode informatica che, mediante sofisticate tecniche di raggiro, inducevano la vittima designata a credere di interfacciarsi con siti istituzionali e, per tale motivo, indotta a fornire le proprie credenziali di accesso ai dati bancari.

Tale sodalizio criminale – dotato di molteplici utenze e apparati telefonici ed informatici – si avvaleva di numerosi gregari, di volta in volta reclutati con il ruolo di intermediari, per procedere all’incasso e alla ripartizione dei proventi economici derivanti dalle attività illecite poste in essere.
Determinante e strategico era – all’interno dell’associazione – il ruolo proprio degli intermediari; a questi era deputato il compito di aprire i rapporti finanziari a loro nome sui quali venivano fatti confluire i proventi delle attività illecite che venivano messi successivamente a disposizione degli altri membri del sodalizio.
Sempre agli intermediari era deputato il compito di sottoscrivere finanziamenti (con istituti di credito o finanziarie) poi destinati a rimanere insoluti, con l’utilizzo anche di falsi documenti.
L’attività delittuosa descritta, nel solo mese di maggio 2021 ha fruttato al gruppo criminale un illecito profitto di oltre 100 mila euro, a cui si sono aggiunti circa 130 mila euro di proventi derivanti dalle cosiddette truffe finanziarie (acquisto di auto tramite finanziamenti e richieste prestiti).
Le indagini – che hanno richiesto una conoscenza tecnica nel settore dei reati informatici da parte degli investigatori di entrambe le Forze di Polizia – hanno consentito di ricostruire una molteplicità di episodi delittuosi utili a richiedere ed ottenere il provvedimento cautelare eseguito nella giornata odierna.
L’acquisizione dei gravi indizi di colpevolezza è stato possibile anche grazie alla fattiva collaborazione della Polizia Postale di Umbria, Veneto, Campania e Sardegna, nonché ai diversi Comandi Stazione dell’Arma dei Carabinieri competenti sul territorio.
Nel corso dell’esecuzione delle misure, uno degli indagati – sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria – è stato trovato in possesso di alcuni documenti di identità falsi ed è stato, quindi, tratto in arresto in flagranza di reato.