Avrebbe redatto un certificato a un detenuto in cambio di un presepe
Un medico della Usl 1, in servizio nel carcere di Capanne, e un detenuto di origini napoletane, che sta scontando una pena definitiva per droga, sono indagati per corruzione.
Come riporta oggi Il Corriere dell’Umbria, secondo quanto ricostruito nell’inchiesta della squadra mobile, coordinata dal procuratore aggiunto, Giuseppe Petrazzini, il detenuto avrebbe regalato un presepe del valore di 1.000 euro al medico del carcere in cambio di un certificato medico utile all’uomo per ottenere una cella singola nel penitenziario. A spiegare quanto accaduto è lo stesso detenuto, in un’altra intercettazione in cui parla con la moglie (delegata all’acquisto del presepe).
Il medico, assistito dall’avvocato Giuseppe Innamorati, è stato ascoltato dal magistrato Giuseppe Petrazzini che coordina l’indagine, condotta dagli agenti della squadra mobile di Perugia, respingendo gli addebiti contestati. In particolare il medico ha sostenuto di avere verificato che il detenuto era affetto da una patologia gastro-intestinale. Ha quindi dato il suo assenso al trasferimento nella cella singola e a questo atto sarebbe legata l’accusa di corruzione.
«Il mio assistito – sottolinea l’avvocato Innamorati – si è dimostrato umanamente disponibile e il detenuto, visto che avevano parlato di Napoli, gli ha fatto recapitare il presepe». «Dono – conclude l’avvocato Innamorati – che non ha neanche tolto dalla scatola, né portato in casa sua». Dall’indagine è, infatti, emerso che il medico aveva ricevuto un presepe dai familiari dello stesso detenuto, ritirato nel bar antistante al carcere. Poi da lui stesso consegnato agli investigatori. Accuse negate anche dal detenuto, difeso dagli avvocati Guido Rondoni e Daniela Paccoi.