L’arbitro bancario ha costretto la finanziaria a restituire alla donna la somma versata senza aver goduto di alcuna prestazione
Il Tribunale fallimentare di Milano, dopo aver dichiarato il fallimento della società Dentix, ha fissato l’asta per la vendita dei beni delle cliniche di Perugia e Foligno: mobili, postazioni di lavoro, computer, stampanti, poltrone odontoiatriche, tablet e apparecchiature diagnostiche, ortopantografo, porte schermate per i raggi X, compressori, armadietti, telecamere intraorali e altri oggetti ad uso dell’ufficio e per l’attività odontoiatrica.
Sono 800 i clienti in Umbria che avevano sottoscritto prestiti per le cure odontoiatriche mai iniziate a causa della chiusura per Covid e poi per le difficoltà della società.
La novità è che l’arbitro bancario ha riconosciuto le ragioni di una donna ternana che si era rivolta alla società Dentix, poi fallita, per una protesi dentale. La cliente, assistita dall’associazione Codici attraverso l’avvocato Massimo Longarini, era tra i tanti che pur avendo attivato un finanziamento finalizzato al pagamento della prestazione non aveva in realtà ricevuto alcun servizio.
L’arbitro bancario finanziario ha infatti riconosciuto le ragioni di un cliente ternana, tra i tanti che, pur avendo attivato un finanziamento “finalizzato” al pagamento della prestazione, non aveva ottenuto alcun servizio. In queste ore è avvenuto il rimborso.