“Il recente drammatico episodio emerso a Fossato di Vico in una pseudo attività produttiva collocata nella zona industriale, dove la Guardia di Finanza ha rilevato la presenza di lavoratori in nero, sfruttati oltre ogni immaginazione, conferma quello che come sindacato unitariamente stiamo sostenendo da anni: un modello di sviluppo basato sulla negazione dei diritti e sul lavoro considerato alla stregua di una merce, va cambiato alla radice”. È quanto affermano in una nota Fabrizio Fratini, Antonello Paccavia e Mirko Ghiandoni per Cgil, Cisl e Uil dell’Alta Umbria, che indicano la necessità di un cambio di passo sia dal punto di vista culturale (“centrale deve essere la dignità e la sicurezza del e nel lavoro”) che sul versante della prevenzione, aumentando controlli e ispezioni dei soggetti pubblici preposti, che sono però vessati da anni da tagli lineari agli organici e alla strumentazione.
“Solo mettendo al centro il lavoro si potrà avere uno sviluppo con progresso e giustizia sociale – concludono i tre sindacalisti – per questo diventa necessario, soprattutto in una fase di ripresa post pandemia, sviluppare un modello di relazioni sindacali e istituzionali tra tutti i soggetti coinvolti per avere una ripresa che si basi sull’estensione dei diritti e qualità del lavoro”.