Mancano 200 mila insegnanti, stimano i sindacati, soprattutto al Nord, nella primaria, nel sostegno, in lettere e matematica alle medie, in fisica alle superiori
In vista della riapertura delle scuole si intravvedono molte criticità. La prima senz’altro riguarda il rischio di dover adottare orari ridotti per mancanza di professori. Alla scuola mancano 200 mila insegnanti, stimano i sindacati, soprattutto al Nord, nella primaria, nel sostegno, in lettere e matematica alle medie, in fisica alle superiori.
Secondo un’indagine Tuttoscuola, il 56% delle cattedre che dovevano essere occupate con gli ultimi concorsi rimarranno scoperte. Il ritardo delle procedure concorsuali da un lato e l’alto numero di neo ammessi dall’altro comporteranno un numero di supplenti molto superiore al previsto, dicono i dati raccolti dagli uffici scolastici regionali.
Secondo le stime di Tuttoscuola, al 1° settembre soltanto 24.770 posti erano stati coperti dai vincitori, rispetto ai 55.839 attesi. «Dei 94 mila posti destinati al ruolo — autorizzati dal Mef — è stato coperto a mala pena il 50%. Ci saranno quindi circa 50 mila supplenze di durata fino al 31 agosto e almeno 150 mila fino al 30 giugno, che sono un dato ormai storico», spiega Ivana Barbacci, segretaria Cisl.

«Sicuramente il tutti in cattedra il 1° settembre è saltato anche quest’anno», commenta il segretario Uil Giuseppe D’Aprile. Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi due giorni fa aveva assicurato, a Radio Anch’io su Rai Radio 1: «I ragazzi troveranno i docenti che sono già in cattedra da moltissimo tempo — abbiamo 800 mila insegnanti in Italia per quasi 7 milioni di bambini — ma quest’anno abbiamo fatto tanti concorsi, oltre 50 mila li abbiamo assunti o li stiamo assumendo».
Poi ci sono regioni, come Umbria e Molise, dove le graduatorie sono state pubblicate e ritirate o rettificate dopo poche ore perché sbagliate. «Iniziamo l’anno scolastico con migliaia di precari, tante cattedre vuote e tanti posti scoperti tra collaboratori scolastici e personale di segreteria — conclude Francesco Sinopoli, Cgil —. Bisognava confermare l’organico Covid».
A Perugia comunque hanno avuto il posto 2.350 docenti precari di cui oltre 800 per sostegno, sicuramente un buon numero per limitare i disagi. A Terni il totale delle supplenze annuali supererà le 3 mila unità. Numeri, in entrambe le province, che non eviteranno comunque il rischio di orari ridotti e cattedre vuote. Restano, inoltre, scoperti diversi posti tra collaboratori scolastici e personale di segreteria.