Appello di Assonidi Umbria alle istituzioni: “Rischiamo di chiudere perché i costi sono insostenibili”
Il ritorno nelle scuole di insegnanti e operatori “no vax”, con la fine della sospensione senza stipendio, pone il problema delle mansioni che vanno loro assegnate, poiché non possono stare a contatto con gli studenti. Se nelle scuole pubbliche il problema è comunque rilevante, negli asili nido e nelle scuole materne private, imprese di piccole o piccolissime dimensioni, diventa addirittura enorme, perché educatori ed educatrici andrebbero impiegati in mansioni di segreteria o amministrative che di fatto dentro queste strutture, date appunto le dimensioni, non sono presenti.
Assonidi Umbria, l’associazione dei nidi privati aderente a Confcommercio, lancia un grido di allarme su due ordini di problemi: il primo è che i nidi devono retribuire personale no vax che non svolge le sue normali mansioni e a cui non ha compiti equivalenti da assegnare, perché tra l’altro c’è il rischio di incorrere in problematiche legate al demansionamento. In più devono pagare un sostituto per coprire il rapporto operatore/bambino.
“Una situazione insostenibile per il bilancio delle imprese umbre del settore – sottolinea la presidente di Assonidi Umbria Confcommercio Adriana Guzzoni – che sono circa una novantina e che il più delle volte non hanno neppure un locale adibito ad ufficio dove poter collocare il personale no vax per fargli svolgere altre attività, garantendo che non venga a contatto con i piccoli ospiti. Da qui il nostro appello ai parlamentari umbri e alle istituzioni perché si facciano portavoce presso il governo di una situazione che rischia di mettere in ginocchio decine di imprese che svolgono una preziosa azione di supporto alle famiglie, integrando le strutture pubbliche, e che non possono sopportare un aggravio dei costi così pesante”.