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Home » Nasce in Umbria Evo 4.0, un’alleanza contro la dispersione scolastica
Perugia

Nasce in Umbria Evo 4.0, un’alleanza contro la dispersione scolastica

adminUpdated:Febbraio 1, 202307 Mins Read
 
 
 

Promosso dalla Consulta delle Fondazioni Umbre e impresa Sociale Con i Bambini

Con EVO 4.0 nasce in Umbria un’alleanza contro la dispersione scolastica. Il progetto “Educazione Inclusiva per l’Umbria di domani” sosterrà i ragazzi umbri tra i 14 e i 17 anni a rischio di dispersione scolastica. Un modello di intervento innovativo finanziato dalla Consulta delle Fondazioni Umbre e dall’Impresa sociale “Con i bambini” che coinvolge il mondo della scuola, della produzione e del terzo settore.

Secondo l’Invalsi, l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione, la dispersione scolastica in Umbria arriva al 15%. Il dato include il tasso di abbandono scolare (la dispersione esplicita) ma anche la dispersione implicita, cioè la quota di studenti che al termine della scuola superiore presenta – in italiano, matematica e inglese – livelli di competenze raggiungibili alla fine della scuola di primo grado (13-14 anni).

 
 

È in questo contesto che si colloca il progetto EVO 4.0 – Educazione Inclusiva per l’Umbria di domani. Co-finanziato dall’Impresa Sociale con i Bambini e dalla Consulta delle Fondazioni Umbre, EVO 4.0 mira a sostenere 160 ragazzi umbri tra i 14 e i 17 anni a rischio di dispersione scolastica, offrendo loro un percorso educativo di scoperta e sperimentazione che li accompagnerà nella costruzione di una prospettiva lavorativa e di una nuova idea di futuro.

Attività, area di azione e tempistiche.

Il percorso è strutturato in modo complementare ai percorsi scolastici curricolari e si articola in diverse fasi: dall’ingaggio dei ragazzi, in collaborazione con le scuole coinvolte, alle attività di orientamento individuale, a una serie di attività mirate alla conoscenza dei temi della produzione digitale in ambiti legati alla cultura e alla tradizione imprenditoriale del territorio umbro: moda, design, meccanica, agricoltura.
La filosofia del progetto si basa su un’idea di affiancamento individuale ai singoli studenti, funzionale a progettare un’idea di sviluppo personale e professionale che possa tradursi in una efficace conclusione del percorso scolastico e in un consapevole ingresso nel mondo del lavoro.


Il progetto si svilupperà in varie aree del territorio regionale umbro – Città di Castello, Foligno, Narni, Perugia, Orvieto, Spoleto e Terni – che verranno raggiunte direttamente grazie al coinvolgimento attivo di un partenariato ampio e multilivello guidato dal Consorzio di cooperazione sociale Abn e composto da Istituzioni scolastiche.

EVO 4.0 avrà una durata di 36 mesi dei quali 8 mesi di preparazione operativa e 28 mesi nei quali saranno realizzati 2 sessioni distinte del progetto pilota. Gli 8 mesi di preparazione daranno modo al partenariato di costruire i modelli di attuazione delle specifiche attività assegnate a ciascun partner coinvolto. Il Consorzio esecutore a sua volta avvierà una fase di ampliamento del partenariato coinvolgendo portatori d’interesse locali per dare vita ad un progetto quanto più radicato nel territorio e che risponda ai bisogni reali del target di ragazzi identificato.

Libero Mario Mari con Cristina Colaiacovo

«I ragazzi e le ragazze che oggi hanno meno di 18 anni – dichiara Libero Mario Mari, Presidente della Consulta delle Fondazioni Umbre che promuove e finanzia l’iniziativa – stanno vivendo un passaggio fondamentale del proprio percorso di crescita e formazione in un contesto particolarmente complesso. L’emergenza Covid, infatti, ha avuto delle pesanti ripercussioni rendendo molto più complesso l’accesso a opportunità educative e sociali. Partendo dalle esigenze del territorio regionale, la Consulta delle FOB Umbre ha deciso di intervenire con un progetto che nasce dalla volontà di supportare i giovani Umbri a rischio di dispersione scolastica che vivono in situazioni di svantaggio sociale, economico, territoriale inserendoli in percorsi extrascolastici che prevedono un approccio educativo basato sui temi del digitale, delle nuove tecnologie e della sostenibilità ambientale».

***


Un’alleanza contro la dispersione scolastica

EVO 4.0 non è dunque soltanto un progetto. Quella che nasce oggi è una grande alleanza educativa. Su un tema strategico come la dispersione scolastica è indispensabile un’azione sinergica e coordinata tra tutti i portatori di interesse coinvolti: le famiglie, ma anche la scuola e il mondo della produzione. Da questo punto di vista EVO 4.0 è una piattaforma multistakeholder su un bisogno complesso del territorio.

Sono almeno cinque i tratti che caratterizzano il progetto, lo rendono innovativo e potenzialmente ne fanno un modello di intervento replicabile anche su altri ambiti.

1. Rilevanza del tema

La dispersione scolastica è questione strategica perché riguarda il futuro dei nostri territori. Secondo l’Istat la percentuale di popolazione giovanile in età scolare rappresenta il 13,2% della popolazione umbra. I NEET – giovani che non studiano e non lavorano – sono circa 7.500, su un totale di 116.551 abitanti con età compresa tra i 5 e i 19 anni (dati 2019). Anche alla luce di questi dati appare evidente come il tema della dispersione scolastica non possa essere confinato a una dimensione privata, cioè demandata alla esclusiva cura delle famiglie. È un problema di sistema e occorrono interventi di sistema.

La dispersione scolastica è questione strategica perché riguarda il futuro dei nostri territori. Ed è una questione che si è aggravata per effetto della pandemia da Covid 19. Dall’indagine Ipsos I giovani al tempo del coronavirus (2021)  che ha analizzato opinioni, stati d’animo e aspettative di due milioni e mezzo di studenti Italiani tra i 14 e i 18 anni emerge un quadro critico: 34.000 studenti delle scuole superiori, a causa delle assenze prolungate,  rischiano di alimentare il fenomeno dell’abbandono scolastico; il 28% degli intervistati afferma che dal lockdown di primavera c’è almeno un proprio compagno di classe che ha smesso di frequentare le lezioni; il 7% afferma che i compagni di scuola “dispersi” a partire dal lockdown sono tre o più di tre. Anche alla luce di questi dati appare evidente come il tema della dispersione scolastica non possa essere confinato a una dimensione privata, cioè demandata alla esclusiva cura delle famiglie. È un problema di sistema e occorrono interventi di sistema

2. Ampiezza del partenariato

Data la rilevanza del problema, l’iniziativa prevede un partenariato ampio e multilivello, in grado di assicurare le competenze necessarie alle azioni previste.

Il partenariato è guidato dal Consorzio Abn ed è composto da quattro tipologie di soggetti:
a) Istituzioni scolastiche

l’Istituto d’Istruzione Superiore “Cavour – Marconi – Pascal” di Perugia;
l’I.I.S. Scientifico e Tecnico di Orvieto;
l’I.P.I.A. “E. Orfini” di Foligno;
l’Istituto Istruzione Superiore “Gandhi” di Narni;
l’Istituto Omnicomprensivo Ipsia “Pertini”-CPIA di Terni;
l’Istituto Istruzione Superiore “R. Casimiri” di Gualdo Tadino);
b) Enti del Terzo Settore

la cooperativa B;
la cooperativa Borgorete;
la cooperativa Il Quadrifoglio;
la cooperativa Il Poliedro;
la cooperativa COOSS;
l’Associazione Wega
c) Agenzie educative e formative
l’ITS Umbria Made in Italy,
l’Istituto Italiano di Design Anwa,
l’Università delle Arti e dei Mestieri e Land
d) Organizzazioni esperte nel Community Engagement e nella valutazione di impatto sociale
Human Foundation
Sinodè.

3. Modellizzazione dell’intervento e replicabilità

Proprio la dimensione ampia e articolata dei soggetti che hanno accolto la sfida al contrasto della dispersione scolastica ha spinto i promotori a predisporre un’azione di modellizzazione dell’iniziativa che verrà portata avanti nel corso dei tre anni di lavoro e che ha l’obiettivo ambizioso di consentire di replicare e diffondere l’esperienza, facendolo diventare una specificità del sistema educativo umbro.

4. Ruolo del Terzo Settore

Il progetto assegna un ruolo fondamentale di connessione agli enti del Terzo settore, a partire dal consorzio di cooperazione sociale ABN, che è il capofila. La ragione di questa centralità sta nella capacità degli enti del terzo settore di leggere i bisogni del territorio, valorizzare le sue risorse, fare connessione tra soggetti in una logica di complementarietà e sussidiarietà rispetto ai portatori di interesse pubblici e privati.

5. Leva finanziaria

In una logica di corresponsabilità territoriale, il progetto EVO 4.0 viene finanziato dalle fondazioni bancarie umbre – nella misura di oltre 300 mila euro – a cui si aggiunge un raddoppio del finanziamento ad opera dell’impresa sociale Con i bambini, ente attuatore dei programmi del  Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Oltre a perseguire un effetto leva delle risorse a disposizione, questo meccanismo di finanziamento intende valorizzare le capacità progettuali dei soggetti del territorio e sperimentare forme di innovazione, sia negli ambiti di intervento sia nelle modalità operative o metodologiche scelte.

6. Pagine web progetto Evo 4.0

Facebook https://www.facebook.com/evo4punto0

Instagram https://www.instagram.com/evo4punto0/

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