Le “prime volte di una donna” e la genesi di una ricorrenza che risale al clima politico di inizio Novecento
Si celebra oggi, mercoledì 8 marzo, la Giornata internazionale della donna. Quest’anno in Italia la ricorrenza assume un significato diverso, speciale, visto che per la prima volta nella storia della Repubblica una donna è diventata presidente del Consiglio dei Ministri. Ma non è l’unica “prima volta” nel nostro Paese: una donna è stata eletta per la prima volta a capo del primo partito di opposizione e un’altra donna è stata eletta per la prima volta a capo della Cassazione.
Anche se in ritardo rispetto ad altri paesi, il segnale che viene dall’Italia è importante e suscita interesse e curiosità nel resto del mondo.
La Giornata internazionale della donna è stata istituita per celebrare i progressi in ambito economico, politico e culturale raggiunti dalle donne in tutto il mondo e la sua origine viene generalmente fatta risalire, forse troppo semplicisticamente, alla tragedia avvenuta nel 1911 a New York, quando, in un incendio scoppiato in una fabbrica tessile, 134 operaie persero la vita.
Probabilmente, invece, la Giornata internazionale della donna ebbe origine grazie al nuovo clima politico che si respirava ad inizio Novecento. Le donne cominciarono a prendere coscienza dei loro diritti e cominciavano ad organizzarsi per portare avanti le loro battaglie.
Durante il VII Congresso della II Internazionale socialista, che si tenne a Stoccarda nel 1907, venne affrontata la questione femminile: in Inghilterra e negli Stati Uniti cominciavano a comparire i primi gruppi di “suffragette”. Donne che pensavano che il voto dovesse essere un diritto universale e non un diritto riservato esclusivamente agli uomini. In Italia le donne avrebbero dovuto aspettare il 1946 per vedersi riconosciuto tale diritto.
Fu il Partito Socialista americano, nel 1909, a proporre di dedicare una giornata all’importanza delle donne all’interno della società, celebrazione che avvenne il 23 febbraio dello stesso anno. La proposta venne ripresa dall’attivista Clara Zetkin nel 1910 alla seconda Conferenza Internazionale delle Donne Socialiste tenutasi a Copenaghen e, successivamente, ogni paese cominciò a scegliere un giorno da dedicare alla donna. Fu solo nel 1921 che si pensò ad una data internazionale unica, l’8 marzo appunto, data in cui nel 1917 le donne russe scesero in piazza per manifestare contro lo Zar Nicola II.