Nella zona del Sub Ambito 3 si producono tanti rifiuti e si differenzia poco
I dati usciti della produzione dei rifiuti urbani e della raccolta differenziata del 2021, pubblicati da ARPA Umbria e dalla Regione Umbria, riconfermano le pessime performance nella gestione dei rifiuti dei comuni della Valle Umbra e di quelli della Valnerina, gestiti dalla Valle Umbra Servizi.
575 Kg/ab è la produzione pro capite, ben superiore ad una già non soddisfacente media regionale (515 Kg/ab), con Spoleto che si attesta a 547 Kg/ab, Foligno che raggiunge i 615 Kg/ab e i comuni della Valnerina, Trevi e Campello sul Clitunno che vanno ben oltre i 700 Kg/ab.
Anche la produzione pro capite dei rifiuti non differenziati è superiore alla media regionale di 87 kg/res, in ulteriore incremento rispetto all’anno precedente.
Si producono tanti rifiuti e si differenzia poco
Il dato medio di raccolta differenziata di ambito si blocca al 55,6%, ovvero più di 10 punti percentuali in meno rispetto alla media regionale (66,2%), non raggiungendo né gli obiettivi nazionali del 65% di raccolta differenziata che il Testo Unico Ambientale fissava per il 2012, né tantomeno l’obiettivo regionale del 72,3% entro il 2018.
Le più grandi città della Valle Umbra si sono allineate alla mediocrità: Foligno ha perso qualche punto e Spoleto, dopo aver migliorato qualcosa negli anni 2018 e 2019, nel 2021 sta anch’esso perdendo percentuali rispetto al 2020. Quantitativamente nel 2021 la raccolta differenziata a Foligno si ferma al 60,0% a Foligno e al 58,8% a Spoleto.
Il Comune di Trevi che è arrivato ad un modesto 68%, segno evidente che l’amministrazione può fare la differenza, ma non basta a superare le criticità di un servizio evidentemente non efficiente. Senza parlare dei comuni della Valnerina ancora sprovvisti in massima parte della raccolta dell’organico e che quindi registrano percentuali di raccolta pessime: dallo 0% di Poggiodomo al 43% di Sant’Anatolia che rappresenta una rarità in Valnerina.
I dati qualitativi mostrano che il Sub Ambito 3 manda in discarica (tra l’altro a prezzi di mercato di oltre 200 € a tonnellata) ancora tanta carta, plastica, organico, vetro etc. da poter differenziare e valorizzare anche economicamente.
Il commento di Legambiente Spoleto e Legambiente Foligno
“I pessimi dati della gestione dei rifiuti del 2021 dell Sub Ambito 3 dimostrano – commentano Simonetta Bandini e Marco Novelli presidenti dei Circoli Legambiente rispettivamente di Spoleto e di Foligno – dimostrano l’assoluta mancanza di impegno per uniformarsi alle direttive europee, alle leggi nazionali e a quelle regionali. Impietoso il confronto con i dati del Sub Ambito 4, quello della Provincia di Terni: praticamente i Comuni della Valle Umbra e della Valnerina producono più del doppio di rifiuto indifferenziato. Questo significa che il primo principio della gerarchia europea sui rifiuti, ovvero prevenire la produzione, non è sicuramente in agenda”.
“Sappiamo di un fantomatico Piano Industriale, sconosciuto ai più e nemmeno consultabile nei siti istituzionali – continuano i due rappresentanti locali di Legambiente – Quali sono gli obiettivi, le tempistiche e le azioni, per uscire da questa cronica impasse, previsti dal Piano Industriale? I previsti aumenti della Tari, che per i cittadini si attestano a circa l’8% l’anno per tre anni, saranno accompagnati da un effettivo miglioramento del servizio? O dobbiamo pensare che questo immobilismo nella gestione, perpetrato ormai da troppi anni, sarà utilizzato come pretesto, dal Consiglio di Amministrazione di Vus e dai Sindaci, per spalleggiare la presunta necessità di un inceneritore come previsto dal nuovo Piano regionale dei Rifiuti, dimenticando le proprie responsabilità e inadempienze?”
“Le presunte soluzioni semplici, come quella dell’incenerimento, sono solo scuse per continuare a non fare nulla – conclude Maurizio Zara presidente regionale di Legambiente – Si perde solo tempo e per altro senza guadagnarci. Lavorare invece nella logica dell’economia circolare può essere di grande stimolo per tutta la regione e creare anche nuove opportunità. La gestione dei rifiuti sostenibile richiede un approccio nuovo, con il coinvolgimento delle comunità e con una riorganizzazione coerente ed efficiente, basta adattare e applicare i modelli che hanno già dimostrato la loro validità, partendo da misure per la riduzione dei rifiuti alla fonte, strategie di riuso, domiciliarizzazione della raccolta differenziata, valorizzazione delle materie seconde e implementazione delle filiere di riciclo. Solo così si riducono realmente i conferimenti in discarica e non certo costruendo un inceneritore che di fatto bloccherebbe tutto ciò”.