Alla Giornata della Legalità a Palazzo Cesaroni, istituzioni, forze dell’ordine e studenti insieme per tenere vivo il messaggio di Falcone e costruire un futuro libero dalle mafie
La memoria non è un esercizio retorico né un appuntamento con la nostalgia. È un atto di responsabilità, soprattutto quando si parla di legalità e di lotta alle mafie. A 32 anni dalla strage di Capaci, in cui persero la vita Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta, l’Umbria risponde presente. E lo fa coinvolgendo chi ha il futuro tra le mani: i giovani.
A Palazzo Cesaroni, sede dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, si è celebrata la Giornata della Legalità con un incontro che ha avuto il sapore dell’impegno concreto. «La strage di Capaci è una delle pagine più buie della nostra storia – ha dichiarato la presidente dell’Assemblea, Sarah Bistocchi – ma l’insegnamento di Giovanni Falcone resta un faro per tutti, da chi guida le istituzioni ai ragazzi che oggi studiano sui banchi di scuola».
Non a caso, la Sala Brugnoli era gremita di studenti del Liceo Mariotti e dell’Istituto Di Betto, accompagnati dai loro insegnanti. Accanto a loro, nomi di peso delle istituzioni locali e nazionali: il prefetto di Perugia Francesco Zito, il questore Dario Sallustio, il procuratore generale Sergio Sottani e il presidente della Commissione antimafia del Comune di Perugia, Fausto Cardella. Una presenza non solo simbolica, ma carica di significato: «Lo Stato c’è – ha sottolineato Bistocchi – e ciascuno, nel proprio ruolo, è impegnato a lavorare per la legalità in questo Paese, contro ogni forma di organizzazione mafiosa».
Legalità, però, non è solo repressione. È anche e soprattutto educazione, consapevolezza, cultura. È un processo che comincia tra i banchi di scuola, dove gli insegnanti hanno il compito – enorme – di formare cittadini capaci di scegliere da che parte stare. «La legalità – ha continuato la presidente – nasce nei luoghi della formazione, attraverso un corpo docente che, con dedizione, insegna ai ragazzi a non voltarsi dall’altra parte, a non essere complici dell’omertà».

L’incontro, promosso dall’Associazione Clizia, ha voluto anche rendere omaggio a chi ha sacrificato la vita per un’Italia più giusta: oltre a Falcone, i nomi di Paolo Borsellino, Peppino Impastato, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Boris Giuliano, Pio La Torre, Giuseppe Fava sono risuonati nella sala come monito e ispirazione. E non come figure mitiche, ma come esempi vicini, reali, da cui ripartire.
Perché la legalità non si costruisce solo con le leggi, ma con la memoria che diventa impegno. E con la consapevolezza che ogni nuova generazione ha il potere – e il dovere – di scegliere da che parte stare.