I sindacati: preoccupazione per il futuro produttivo e occupazionale
Nella giornata di ieri, martedì 20 settembre, si sono tenute due assemblee sindacali alla Mignini-Petrini, azienda che produce mangimi per animali con 80 dipendenti in Umbria. Ampia la partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici, spinti dalla grande preoccupazione relativa al futuro produttivo ed occupazionale dell’azienda.
“Da tempo – scrivono in una nota i sindacati Flai Cgil, Uila Uil e la Rsu di stabilimento – come rappresentanze sindacali denunciamo la quasi assenza della proprietà e il mancato confronto con i manager aziendali su questione diventate drammaticamente urgenti”. In particolare, i sindacati individuano come criticità: la riduzione dei volumi produttivi; l’utilizzo obbligato di ferie imposto agli operai dell’azienda (mandando in negativo il saldo già dal mese di settembre); l’indebolimento del “commerciale”, a seguito di dimissioni di alcuni agenti addetti alle vendite in tutto il territorio nazionale e non sostituti; le insufficienti relazioni sindacali che determinano la mancanza di attenzione e rispetto dei lavoratori e delle lavoratrici dell’azienda; l’assenza di un piano strategico aziendale di fronte alla crisi economica e sociale aggravata dal “caro energia”; la mancata reinternalizzazione dei lavori dati in appalto durante la pandemia (promessa davanti al Prefetto).
“Dopo l’ultima richiesta di incontro inviata a fine agosto – continuano Flai, Uila e Rsu – senza nessun riscontro, i lavoratori e le lavoratrici ci hanno dato pieno mandato a mettere in campo le azioni necessarie per il ripristino regolare delle relazioni sindacali, proclamando, a partire da oggi lo stato di agitazione di tutto il personale”.
“In ultima analisi – concludono i sindacati e la Rsu Mignini-Petrini – chiediamo che si ritorni a lavorare immediatamente il lunedì e il venerdì prossimi, con il relativo pagamento delle giornate non lavorate sinora e che si convochi immediatamente l’incontro, altrimenti metteremo in campo tutti gli strumenti necessari per salvaguardare i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici del sito di Petrignano”.