Tempi difficili per le donne vittime di violenza all’interno del proprio nucleo familiare. Con la pandemia la media è quella di una segnalazione al giorno. Come riporta La Nazione al centro antiviolenza Maria Teresa Bricca di Città della Pieve le quattro volontarie non hanno mai smesso di rispondere alle richieste delle donne, nemmeno in pieno lockdown quando le chiamate e le videochiamate whatsapp erano l’unico strumento per non far sentire sole le donne in difficoltà tra le mura domestiche.
Il Centro è intitolato alla memoria di Maria Teresa Bricca, in ricordo di una giovane pievese uccisa dal vicino di casa, ed è gestito dall’Associazione Donne La Rosa, con operatrici volontarie opportunamente formate. Esse garantiscono: accoglienza e ascolto, riservatezza reciproca al fine di tutelare la privacy della donna e delle operatrici, rispetto della volontà della donna per ogni decisione e azione che avverranno solo se e quando si sentirà pronta, aiuto nel riconoscimento della violenza subita.
Il Cav offre inoltre percorsi di sostegno psicologico per l’uscita dalla violenza, servizio pedagogico per il sostegno alla genitorialità materna, consulenza legale qualora la donna decidesse di seguire un percorso legale, interventi di sensibilizzazione sul tema della violenza di genere rivolti al territorio, corsi di formazione per operatrici volontarie, corsi di potenziamento femminile per favorire autostima e empowerment, affiancamento in percorsi di orientamento per la ricerca di un’occupazione lavorativa in collaborazione con i servizi dell’Unione dei Comuni del Trasimeno.