Dopo il successo di Peter Pan guarda sotto le gonne, nel 2015, Livia Ferracchiati, trentunenne artista tuderte, torna al Terni Festival con una produzione del Teatro Stabile dell’Umbria. Il nuovo spettacolo si intitola “Todi is a Small Town in The Centre of Italy”, l’anteprima è fissata per venerdì 16 settembre, alle ore 21, allo Studio 1 del Caos – Centro Arti Opificio Siri. In scena gli attori della Compagnia del Teatro Stabile dell’Umbria, Caroline Baglioni, Michele Balducci, Elisa Gabrielli, Stella Piccioni, Ludovico Röhl.
Alla protagonista Livia Ferracchiati abbiamo rivolto alcune domande.
Livia, come nasce l’idea di “Todi is a Small Town in The Centre of Italy”?
L’idea è nata qualche anno fa, perché mi interessava fare uno spettacolo sul tema della provincia, ed è stato ovvio partire da Todi, su cui, si può dire, che ho svolto una ‘ricerca sul campo’ quasi quotidianamente fino all’età di venticinque anni: lì ho vissuto e studiato fino alle scuole superiori e l’università a Roma, prima del trasferimento a Milano, dove ora vivo. Nello scrivere la drammaturgia ho cercato di ricostruire la parlata dialettale, ho ambientato le scene in luoghi reali della città, come la gelateria Pianegiani, piazza del Popolo e l’unico pub del posto, “L’Olandese Volante”, inserendo anche un altro elemento fortemente autobiografico, le scalette del teatro comunale, dove mi riunivo con il mio gruppo di amici. Lo spunto iniziale, dunque, è stato dato da Todi, poi ampliato al tema della provincia, con altri sottotemi, quali, ad esempio, capire quanto di noi inibiamo vivendo in un piccolo centro, o ancora, andando più a fondo, quanto sia difficile liberare se stessi e trovare un equilibrio in una realtà ristretta. Alcuni lo interpretano in positivo, ma per altri la provincia comporta delle limitazioni, perché si vive costantemente sottoposti a giudizi e a come gli altri ci vedono.
Com’è stato il lavoro di raccolta testimonianze? Come lo hanno preso gli abitanti?
Inizialmente erano molto sospettosi, perché andavo in giro a fare riprese video: molti che accettavano la proposta di dare il loro contributo, infatti, si tiravano poi indietro al momento in cui dovevano mettersi di fronte a una telecamera, specialmente le donne: la maggior parte dei partecipanti, all’inizio, era costituita da uomini. Tantissime persone si sono rifiutate, affermando che “avevano una verità da dire che non poteva essere detta”, altri ancora pensavano che il mio lavoro avesse uno sfondo politico, data l’appartenenza politica di sinistra di mio padre. Insomma, c’era un clima di sospetto generale, poi superato dalle numerose richieste di persone che volevano essere intervistate. Alla fine hanno capito che si trattava di un gioco.
Todi esce in anteprima a Terni: che effetto ti fa?
Mi fa piacere che “Todi is a Small Town in The Centre of Italy” debutti al Terni Festival perché è un Festival che apprezzo molto. Ovviamente, oltre ad augurarmi che lo spettacolo abbia una vita lunga, mi auguro anche che si trovi il modo di allestirlo a Todi, perché ho un legame molto forte con la mia città natale. Lo spettacolo però può essere fatto ovunque in Italia, perché, in un modo o nell’altro, l’identità del nostro paese rimane la stessa in ogni regione.
Il tuo spettacolo è uno squarcio di realtà della provincia, ma anche, per estensione, dell’Italia intera. Mai pensato di portarlo all’estero?
Sarebbe molto bello andare all’estero con questo lavoro, anche perché credo che altrove le realtà provinciali non siano poi così diverse e che si ricreino sempre più o meno le stesse dinamiche. Più difficile sarebbe sviluppare l’aspetto linguistico, ma tutto si risolve con un bravo traduttore.
Lo spettacolo è anche molto umbro, se guardiamo alla provenienza degli attori.
Quando il direttore dello Stabile dell’Umbria, Franco Ruggieri, mi ha proposto una collaborazione, questo progetto mi è sembrato perfetto perché, oltre ad essere un’idea che mi girava in testa da tempo, mi permetteva di lavorare con degli attori umbri, quelli della Compagnia dei Giovani del Teatro Stabile, per dare vita a dei personaggi tuderti. Non a caso i personaggi hanno il vero nome degli interpreti, i quali vengono da realtà strutturalmente simili a Todi.