Si va avanti per realizzare il nuovo Curi. Un progetto condiviso dall’amministrazione comunale e dal Perugia calcio.
Per ora occorre però ancora lavorare sulla mancanza di risorse e sulla possibilità di trovare un’intesa su come ripartire le spese. «Ci siamo incontrati con il sindaco per la convenzione, spero al più presto si trovi una soluzione. Per dare una continuità lavorativa bisogna quantomeno prolungarla – spiega alla Nazione Santopadre -. Siamo ben consapevoli che uno stadio di proprietà possa portare dei benefici al club ma in questo momento non è giusto che pressi il Comune. Il sindaco è vicino al progetto, si rende conto che al di dà dei benefici per il club, si debba fare perché gli sta a cuore la responsabilità che ha verso i cittadini. La nuova convenzione sarà legata anche ad una messa in sicurezza dello stadio quantomeno per i prossimi 67 anni. Per quanto riguarda il progetto, ci stiamo lavorando, non è semplice visto che le cifre sono onerose. Sono convinto che quando le persone si incontrano e c’è la volontà di portare a termine qualcosa ci si riesce. Magari bisognerà cambiare strada ma ce la faremo in tempi umani».
«Il problema è reperire le risorse per farlo. Il Comune ci sta lavorando. Oggi quasi tutti gli stadi italiani sono obsoleti. Speravo che il governo arrivasse a capire che c’è un’emergenza stadi, è un problema simile a quello dei ponti. Oggi lo stadio è in sicurezza ma stiamo buttando i soldi: è come una macchina vecchia che si porta sempre dal meccanico, facciamola nuova. Il sindaco è d’accordo ma c’è la problematica delle risorse. Benefici? Parliamo di una realtà che non è New York».
Per Romizi: «Quello che si deve costruire è un modello di sostenibilità. Individuare tra le varie opzioni quella che è più praticabile sia nella realizzazione che nel mantenimento e nella gestione. Il fatto che siamo 170 mila e non un milione lo rende difficile ma non impossibile. Per noi è una prospettiva che si deve perseguire nell’interesse della città. Non è un qualcosa che si costruisce in un arco di un mese. C’è tutto un livello di studi sui quali ci stiamo impegnando. Dobbiamo mettere la società nelle con: dizioni di proseguire la sua attività e non vuol dire che mentre pensiamo alla convenzione accantoniamo il progetto, continuiamo a sviluppare un’idea ed individuarne le condizioni. Nel discorso della convenzione si vuole far rientrare anche il discorso legato alla sicurezza? Per noi e anche per la società alcuni interventi devono essere fatti. Continueremo ad investire nello stadio».