Il comitato “Soltanto la salute” ha indetto una conferenza stampa a palazzo Cesaroni per parlare dei dati dell’inchiesta per l’interramento di rifiuti e ceneri. E non a caso alla fine è stato chiesto l’aggiornamento del registro regionale dei tumori, in particolare sull’incidenza delle neoplasie in Valnestore.
“I dati empirici che stiamo raccogliendo – ha spiegato il presidente del comitato Ivano Vitali – ci dicono in un picco proprio in questi ultimi anni. Un dato in crescita suffragato anche dalle previsioni dei medici dell’Isde che parlano di 25-30 anni di tempo per l’emersione del fenomeno. E se consideriamo che certe emissioni da combustibili non adeguati agli elettrofiltri dell’allora centrale si sono verificati sino agli anni Novanta ci sono ancora dieci anni da attendere”.
Sono quindi stati esternati timori in merito alla riqualificazione dell’area. La situazione è stata definita “esplosiva” e dunque si chiedono risposte e atti concreti alla commissione ecomafie, alle istituzioni regionali e locali, confidando nell’operato della magistratura.Con Vitali gli altri esponenti del comitato, Cristina Mencaroni, Cinzia Marchesini, Luca Sargentini e il geologo Riccardo Bistocchi. È stato richiesto anche l’intervento di Ispra, l’istituto nazionale di protezione ambientale, per avere un raccordo con le altre inchieste sul traffico di ceneri e rifiuti da La Spezia.
Chiesti controlli su tre aree dove sono stati portati gli scarti industriali liguri: zona industriale Potassa, a Tevernelle, Macereto (dove su tredici famiglie nove hanno problemi con il cancro, riferiscono) e la discarica privata dove già Arpa ha preso provvedimenti.
Anche se “prevedere come misura di sicurezza ricoprire le ceneri affioranti con un metro di terra – ha attaccato Vitali – è uno schiaffo ai malati”.