La Valnerina guardando al passato pensa al futuro e, partendo dalla necessità di restaurare le opere d’arte rovinate dal recente terremoto, pensa di creare una scuola di restauratori.
Il progetto di recupero partirà da lunedì e vedrà impegnati per i prossimi mesi 12 restauratori umbri chiamati ad intervenire su 350 opere danneggiate dal sisma.
Il progetto è nato da un’idea dalla Consulta delle Fondazioni Casse di Risparmio dell’Umbria, che ha messo a disposizione130mila euro per effettuare l’intervento, in collaborazione con la Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio.
Al primo gruppo di restauratori se ne aggiungeranno altrettanti selezionati dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, l’istituto ministeriale che è già intervenuto in fase di emergenza sui beni custoditi nel deposito di Santo Chiodo.
“Nel giro di un anno – ha spiegato la Soprintendente Mercalli – avremo 24 restauratori, che interverranno su un primo nucleo di opere delle 6.500 circa custodite nel deposito di Santo Chiodo”.
Ma il progetto va oltre il contingente e si pensa di realizzare a Santo Chiodo di Spoleto un centro permanente, un polo di restauro e formazione per i giovani, che potrebbe operare come sede distaccata dell’Opificio delle Pietre dure di Firenze.
Lunedì si comincia e le priorità di intervento saranno determinate dalla sintesi tra il valore dell’opera e la gravità del suo stato.