Il piano vaccinale ha finalmente incluso i fragili, ma si registrano numerose difficoltà nelle prenotazioni. Accade, purtroppo, che non si riescono a inserire nel sistema telematico in dotazione ai medici, persone estremamente fragili. E’ il caso ad esempio delle pluripatologie.
C’è chi ha la bronchite cronica e, se si contagia, diventa soggetto ad alto rischio. Vale lo stesso per chi ha problemi respiratori e non è sottoposto ad ossigeno terapia di lungo periodo. Per comprendere il funzionamento è necessario sapere che il medico, deve abilitare (eleggere) paziente per paziente, nominalmente, affinchè questo sia raggiunto dalla comunicazione che gli consente di prenotarsi. Lo farà tramite la piattaforma o la farmacia. I medici tuttavia hanno difficoltà anche a fornire risposte appropriate ai propri pazienti, le cui condizioni conoscono bene. Tra questi ci sono gli infartuati. Ma anche chi ha patologie gravi ai reni.
A molti che hanno patologie non riconosciute dal sistema, i medici provano a dare priorità, attraverso le fasce d’età. Ma lungo questo percorso si avvantaggiano i 70enni, inseriti nel piano e abilitati a vaccinarsi. Altri che hanno patologie non riconosciute ma che hanno intorno ai 60 anni, dovranno attendere più a lungo per il proprio turno, per età.
Come fare Il meccanismo «farraginoso» potrebbe rappresentare al momento, una delle ragioni per cui, molti vulnerabili vorrebbero essere prenotati, e aumentare il numero di questi, soddisfacendo anche le attese della Regione sui circa 60 mila vulnerabili, ma semplicemente non riescono. Tant’è che frenano le prenotazioni. Nel giorno 6 aprile le sedute già prenotate per gli estremamente vulnerabili sono 29.705 su un totale di 45.029. Siamo al 65%
In una nota odierna del Corriere mancherebbero all’appello 15.324 persone. In tre giorni, dal 31 marzo al 2 aprile, avrebbero prenotato in 25.785. Poi la crescita si è ridotta.
Meno di quattromila nei seguenti tre giorni. Questo anche perché a livello procedurale si è passati dagli inserimenti per codice di malattie da parte dei pazienti stessi in base all’elenco di patologie fornito da Regione e Inps, alle prenotazioni operate dai medici di base caso per caso. Si tratta degli ultra fragili che necessitano “obbligatoriamente di una valutazione da parte del proprio medico curante, medico di medicina generale o pediatra di libera scelta, che determinerà la presenza o meno dei criteri per la vaccinazione”. I dottori stanno lavorando alla eleggibilità dei loro assistiti non senza problemi: vanno analizzate le singole patologie valutando se sono corrispondenti alle tabelle e ai codici. Un compito improbo. Non esente da intoppi: vedi l’inserimento della tiroidite tra le malattie autoimmuni, poi revocato. Solo dopo la cernita si passa al caricamento di questi fragili negli elenchi del sistema di prenotazione. Per familiari e caregiver sono state fornite apposite tabelle che circoscrivono di molto le patologie che determinato gli aventi diritto. Secondo Tiziano Scarponi, segretario dell’ordine del medici della provincia di Perugia, “c’è un massimo di cinque persone vaccinabili, quattro familiari conviventi e un caregiver”. Per loro c’è AstraZeneca.