La giunta della Regione, guidata da Donatella Tesei, ha abrogato una delibera che permetteva di praticare l’aborto farmacologico in day hospital. E dunque in Umbria non sarà più possibile prendere la pillola abortiva in day hospital, ma solo con un ricovero di tre giorni in ospedale.
La Ru486 (Il nome del farmaco è Mifegyne) è arrivata in Italia nel 2009 dopo via libera alla commercializzazione in Italia da parte dell’Aifa (Agenzia italiana per il farmaco). È un medicinale che fornisce un’opzione non chirurgica per l’interruzione della gravidanza nel pieno rispetto della legge 194. In passato la giunta guidata da Catiuscia Marini garantiva la possibilità di ricorrere a alla Ru486 in day hospital, cosa che però Tesei ha bocciato, preferendo un ricovero prolungato. Una situazione che potrebbe spingere molte donne, a rinunciare anche per paura di un contagio. E che fra l’altro va contro la richiesta della Società italiana di ginecologia e ostetricia che aveva chiesto di favorire l’aborto farmacologico per tutelare le donne e evitare di congestionare le strutture sanitarie in tempi di coronavirus.
La decisione di Tesei ha dato immediatamente il via a uno scontro fra centro destra e opposizione. La scelta di imporre il ricovero in ospedale ha ricevuto il plauso della Lega. A intervenire per primo il senatore del Carroccio, Simone Pillon, commissario della Lega di Perugia. “Da ora in poi – ha detto – gli interventi dovranno essere fatti in regime di ricovero ospedaliero, evitando che la donna sia di fatto lasciata completamente sola anche davanti a eventuali rischi”. Pieno sostegno alla scelta della giunta regionale anche da consiglieri regionali della Lega: Paola Fioroni, Francesca Peppucci, Stefano Pastorelli, Daniele Carissimi, Daniele Nicchi, Valerio Mancini ed Eugenio Rondini.
“Prendersi cura di una donna con una gravidanza difficile – concludono i consiglieri della Lega – non vuol dire affatto limitare i suoi diritti, ma significa sostenerla e aiutarla in uno dei momenti più traumatici della sua esistenza”. Positivo anche il giudizio dell’associazione Family Day dell’Umbria e dell’Associazione famiglie numerose.
Critica invece l’opposizione che attacca Tesei e che la considera responsabile di una decisione che riporta indietro le lancette della storia ai tempi in cui venivano negati i diritti delle donne.
Lo sostengono in una nota i consiglieri regionali Tommaso Bori, Simona Meloni, Fabio Paparelli, Donatella Porzi e Michele Bettarelli (Pd), Thomas De Luca (M5S) e Vincenzo Bianconi (Misto). E’ un atto grave, spiegano, che renderà “ancor più difficile la vita delle donne e la loro autodeterminazione”.