di Bruno Di Pilla – Il 21 marzo, primo giorno di primavera e storica festa di San Benedetto, Patrono del nostro Vecchio (e malandato) Continente, si spera che, nei balconi di tutta Italia, vengano esposte bandiere dell’Unione Europea. La proposta è stata lanciata dall’ex Premier ed editorialista del quotidiano “Il Messaggero” Romano Prodi, la cui brillante iniziativa è stata subito condivisa dalla Governatrice dell’Umbria Catiuscia Marini, che ha assicurato, nella nostra Regione, la buona riuscita del progetto. Non gode di ferrea salute, la Comunità dei 26 Paesi, che vive momenti di crisi non solo per il forfait della Gran Bretagna, ma, soprattutto, per il prepotente ritorno dei nazionalismi e delle conseguenti tensioni, per non dire ostilità, tra diversi Stati membri, le cui pericolose smanie sovraniste sembrano moltiplicarsi proprio mentre formidabile appare la crescente egemonia planetaria, economica, tecnologica e militare, di Cina, Usa, Russia e della stessa India, autentici giganti cui non può che giovare la disgregazione della vecchia Europa.
E dire che il sogno di un Continente unito e libero dai tentacoli russi ed americani fu coltivato con ardore da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, estensori e firmatari nel 1944 del celebre Manifesto di Ventotene, quando infuriava la seconda guerra mondiale. La prima attuazione di quell’encomiabile idea si ebbe nel 1951 a Parigi, allorché, grazie alle fervide menti ed al convinto spirito europeista degli Statisti Antonio Segni, Robert Schuman e Konrad Adenauer, sorse la CECA, Comunità Europea del carbone ed acciaio, primo passo sulla via della successiva creazione della CEE, istituita a Roma, sei anni più tardi, con i Trattati del 25 aprile 1957, redatti e sottoscritti dai rappresentanti degli stessi 6 Paesi fondatori della CECA, Italia, Francia, Belgio, Germania Ovest, Lussemburgo e Paesi Bassi.
Fu un grande successo, il cosiddetto mercato comune, cui avrebbero aderito in rapida successione altri 6 Paesi, tra cui proprio il Regno Unito, oltre a Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Danimarca. Si giunse così, con il Trattato di Maastricht del 7 febbraio 1992, entrato in vigore il 1° gennaio 1993, alla sospirata “nascita” dell’Unione Europea, poi divenuta UEM con l’entrata in vigore della moneta unica nel 1999, sino al Trattato di Lisbona, ratificato nel 2007 ed entrato in vigore il 1° dicembre 2009. Una storia lunga e faticosa, protrattasi per quasi 70 anni, che ha però evitato, fino ad oggi, antagonismi, discordie e nuovi, disastrosi conflitti fra le Nazioni europee. Brexit a parte, a chi giova abbandonare la retta via che ha assicurato pace, libertà, scambi economici e culturali, oltre ad un certo benessere, a tante popolazioni perennemente divise (ed in guerra fratricida) da secoli? Ecco perché tutti gli uomini di buona volontà, almeno in Italia ed in Umbria, il 21 marzo esporranno alle finestre e sui balconi di casa il vessillo europeo.