Il 33enne dominicano Josè Miguel Rivas Suriel è stato condannato a sei anni di reclusione, oltre all’interdizione dai pubblici uffici per cinque e danni da liquidarsi alle parti civili in separata sede, per essersi reso responsabile della sparatoria andata in scena a luglio di un anno fa in via Curio Dentato a Terni in cui rimasero feriti sei uomini in divisa.
Quella mattina l’uomo, imbottito di cocaina, anfetamine e cannabinoidi, sparò cinque colpi con una pistola sottratta ad un poliziotto, ferendo ad un piede il carabiniere del Nor, Mario Palleschi. Che insieme ad un collega dell’arma e a due poliziotti era parte civile nel processo, assistito dagli avvocati Loris Mattrella e Federica Sabbatucci.
Altri tre uomini delle forze dell’ordine, un carabiniere che era di pattuglia insieme a Palleschi e due agenti della polizia di Stato, avevano riportato lesioni più e meno gravi – una donna in servizio alle Volanti della questura, in particolare, aveva subìto la frattura della mandibola – e figuravano nel processo come parti civili, rappresentate dagli avvocati Federica Sabbatucci (Palleschi), Loris Mattrella (il secondo carabiniere) e Massimo Proietti (i due agenti della polizia). Il 33enne dominicano era invece difeso dall’avvocato Gianluca Muzi.
A difendere il dominicano l’avvocato Gianluca Muzzi, che durante il processo ha depositato un certificato del servizio dipendenze di Terni da cui risulta che l’autore della sparatoria è in cura da anni per abuso di stupefacenti.
La sentenza è stata emessa nel pomeriggio di martedì 15 settembre 2020 dal tribunale di Terni in composizione collegiale, presidente Rosanna Ianniello, giudici Dorita Fratini e Chiara Mastracchio.
Per Rivas Suriel il pm di udienza Camilla Coraggio – titolare del fascicolo è il collega Marco Stramaglia – aveva chiesto sette anni di reclusione: un punto di vista, quello dell’accusa, accolto quasi in toto dal tribunale che ha condannato l’imputato per i reati di tentato omicidio nei confronti del militare ferito da colpi di arma da fuoco e lesioni personali verso gli altri tre operatori delle forze dell’ordine. L’appello da parte della difesa appare comunque scontato.