È Trascorsa una settimana dall'entrata in vigore della nuova legge sulle percorrenze ferroviarie e rimane alta la protesta di studenti e professionisti che tutti i giorni ,da Città di Castello a Perugia, viaggiano a bordo di un treno costretto ad andare a 50 all'ora, subendo disservizi e disagi a causa soprattutto dei tempi lunghi di percorrenza.
Ad oggi non sembra che le proteste siamo state recepite dai dirigenti della FCU e dallo stesso assessore Chianella che promette nuove ipotesi, come ad esempio un macchinista con il capotreno in cabina che dovrebbe controllare la velocità, verificare i segnali di rallentamento e l'obbligo di fermata ai segnali nelle vicinanze dei passaggi a livello, come previsto dalla legge; insomma una serie di regole che da una parte sembrano corrette per la sicurezza dei cittadini, ma in realtà sono una massa esosa di difficoltà e l'annuncio di un lontano ritorno della normalità dei servizi FCU, soprattutto per i ritardi eccessivi che la nuova legge sta generando almeno che non si ritocchi il limite della velocità .
A questo si aggiunge la situazione delle strutture ferroviarie in Umbria divenute obsolete come ad esempio nel caso della Orte- Falconara, il cui progetto esecutivo è fermo ancora a Campello sul Clitunno. Ed ancora oggi la qualità dei servizi verso la capitale è un sogno lungo un secolo così come anche per il progetto inerente la grande velocità, che al momento vede l'Umbria esclusa e destinata a rimanere sempre più isolata dal resto dell'Italia .