Il monossido di carbonio a poco tempo dall’evento verificatosi a Castiglione del Lago, dove tre persone furono ricoverate in Ospedale per intossicazione dovuta alle esalazioni prodotte da un braciere, ha colpito ancora.
Quattro cittadini originari del Marocco, di età compresa tra 40 e 50 anni, si trovano in sala rossa al Pronto Soccorso del S. Maria della Misericordia per accertamenti, al termine dei quali scatterà il ricovero presso la struttura di Medicina del Lavoro. Non è comunque escluso che almeno un paio di loro, quelli che presentano i valori di ossigeno nel sangue maggiormente alterati debbano essere trasferiti a Fano per trattamenti nella camera iperbarica. Anche questa volta, come riferisce una nota dell’ufficio stampa dell’Azienda a Ospedaliera di Perugia, è legata ad un braciere rimasto acceso tutta la notte, con conseguenze classiche in casi analoghi.
I quattro pazienti accusano cefalea e vomito, ma non hanno mai perduto conoscenza; le loro condizioni non vengono definite gravi dai sanitari. Gli agenti del Posto Fisso di Polizia dell’Ospedale avvertiti dell’accaduto hanno disposto un sopraluogo nella abitazione dei quattro intossicati per accertare le cause dell’accaduto. L’allarme è scattato nella tarda mattinata quando un amico dei quattro nordafricani residenti a Farneto di Colombella, non vedendoli visti al lavoro, si è recato nella loro abitazione. L’uomo ha immediatamente provveduto a trasportarli con la propria autovettura al Pronto Soccorso dove al momento il responsabile Dr. Mario Capruzzi, ed il medico di turno Federico Paoletti stanno procedendo a controllare i parametri vitali. Proprio ieri il Prof. Giacomo Muzi direttore della struttura complessa di Medicina del Lavoro aveva lanciato un monito sulle possibili conseguenze dell’intossicazione da monossido di carbonio legato all’uso di mezzi di riscaldamento empirci e stufe difettose.