I treni in Umbria torneranno a viaggiare con il freno tirato. Da Sansepolcro a Terni non potranno superare il limite di 70 chilometri orari.
La decisione è stata presa da Busitalia «a seguito di ulteriori prescrizioni da parte dell’Agenzia nazionale della sicurezza delle ferrovie con nota del 19 ottobre». Umbriamobilità dunque, che è ancora il gestore della rete ferroviaria Sansepolcro-Perugia-Terni, ha disposto la riduzione della velocità massima dei treni a 70 km/h a decorrere da oggi 20 ottobre. Al contempo, la società promette che «adotterà tutte le azioni volte a ridurre per quanto possibile i disagi per la clientela», ma è evidente che è solo una dichiarazioni d'intenti che lascia il tempo che trova.
Sulla questione c'è da registrare un intervento dell'assessore regionale ai trasporti Giuseppe Chianella che definisce la situazione «paradossale». Nel merito della vicenda Chianella sostiene che «l’improvvisa decisione dell’Agenzia riapre una questione che crea disagi agli utenti del servizio e ciò dopo il buon lavoro compiuto in queste settimane in stretto raccordo con l’agenzia stessa e il Ministero dei trasporti. Nell'esprimere «sorpresa e disappunto» Chianella evidenzia come «l'improvvisa decisione dell'Ansf riapre una questione che crea disagi agli utenti del servizio e ciò dopo il buon lavoro compiuto in queste settimane in stretto raccordo con l''agenzia stessa e il Mit».
«Faccio molta fatica – ha sottolineato l'assessore – a capire la necessità di assoggettare la nostra regione a norme così rigide, concepite per rendere possibile l'interoperabilità delle reti ferroviarie e per creare uno spazio ferroviario europeo unico». Ricordo che il D.lgs 112/2015 aveva stabilito che “alle reti ferroviarie locali e regionali isolate adibite al trasporto passeggeri ed alle imprese ferroviarie che esercitano unicamente servizi di trasporto urbano, extraurbano o regionale” non si dovessero applicare norme così rigide concepite per l'alta velocità e che passano o arrivano in un nodo della rete ferroviaria nazionale, nel nostro caso il collegamento alla stazione di Terni e il transito per quella di Ponte San Giovanni».
«Si tratta di una scelta incomprensibile e fortemente pregiudizievole per il trasporto ferroviario – conclude Chianella – che poteva e doveva essere evitata e di cui la Regione, Umbria Mobilità e Busitalia, non hanno alcuna responsabilità».