Il 15 ottobre molti terremotati saranno costretti a restituire la cosiddetta “busta paga pesante”, e dovranno versare le 5 rate sospese da giugno ad ottobre in un’unica soluzione.
Va ricordato a proposito che “busta paga pesante” significa aver usufruito dí 12 mesi dí sospensíone Irpef e contributi previdenziali, da restituire successivamente.
Un’agevolazione finalizzata a consentire il posticipo del pagamento delle tasse alla ripresa del tessuto economico delle zone colpite dal sisma spalmandolo con una rateizzazione decennale. Ma purtroppo, come ormai è evidente a tutti, nel cratere non vi è né ricostruzione né ripresa economica.
Per questo motivo il comitato Rinascita Norcia, ha scritto al presidente del consiglio Giuseppe Conte e al commissario per la ricostruzione Piero Farabollini per chiedere di rivedere la restituzione integrale delle ritenute fiscali sospese.
La richiesta è esplicita: «Fateci restituire il 40 per cento, ma tra dieci anni, come già concesso in precedenza ad altre popolazioni colpite da catastrofe simili». Il riferimento è al terremoto del 1997 di Umbria-Marche, quando venne messa a disposizione dei terremotati la stessa agevolazione, ma a condizioni più favorevoli: «Non vogliamo essere considerati figli di un Dio minore e se non si interviene immediatamente, ad ottobre gli stipendi e le pensioni verranno falcidiate con il recupero di tutte le cinque rate arretrate».
La maxi rata iniziale viene considerata «una grande presa in giro per i terremotati», e al presidente Conte tornano a sollecitare «la costituzione di una zona franca nel vero cratere, azzerando le tasse per tutti i residenti e per le attività economiche per i prossimi dieci anni al fine di sostenere – scrivono – l’economia locale e alleviare i disagi della popolazione».