Se gestite bene le farmacie comunali chiudono i conti in utile, ma non è così per le comunali di Terni che costano per i contribuenti.
Nell’audizione del presidente di FarmaciaTerni si è scoperto che, tra ripiano delle perdite, ricapitalizzazione, slittamento dei canoni di servizio, dalle tasche dei ternani verrà prelevato almeno un milione e mezzo di euro.
Per un comune in dissesto, tale denaro poteva essere investito diversamente.
Maggioranza e opposizione si rimpallano le responsabilità, ma sicuramente non c’è stata una buona gestione della cosa pubblica che ha messo in difficoltà l’azienda con un braccio di ferro sulla cacciata del precedente amministratore di FarmaciaTerni.
L’opposizione se la prende “con le lobby che si sono opposte nei mesi e negli anni scorsi all’ingresso nel capitale sociale di un privato che portasse liquidità e una conduzione manageriale dell’azienda. E’ chiaro che c’è un mondo che preferisce una azienda pubblica debole, innanzitutto per eliminare un concorrente e non ultimo per continuare a rivendicare condizioni di privilegio.”
Il risultato è una azienda in grande difficoltà bisognosa di nuove iniezioni di denaro. Nel nuovo piano si parla di “una dislocazione più dinamica dei punti vendita e l’apertura di nuove farmacie”, ma la domanda è dove si prendono i soldi?