Svolta nelle indagini sulla scomparsa di Barbara Corvi, avvenuta sul finire del 2009. Nelle prime ore della mattina di oggi, martedì 30 marzo 2021, i carabinieri di Terni, su disposizione del procuratore capo della locale procura della repubblica Alberto Liguori, hanno dato esecuzione ad un ordine di carcerazione per “omicidio” a carico del marito di Barbara Corvi scomparsa nel nulla il pomeriggio del 27 ottobre 2009 dalla sua casa di Montecampano, un paese a pochi chilometri da Amelia. Si tratta di Roberto Lo Giudice che era indagato da oltre sei mesi per il reato di omicidio volontario. La famiglia e i tanti amici della donna sono sempre stati convinti che Barbara non si sia allontanata spontaneamente da Montecampano. L’ultimo a vederla è stato proprio il marito Roberto Lo Giudice.
Quel marito per cui Barbara da ragazzina aveva lottato contro la sua famiglia che non lo accettava. Non accettava quell’uomo arrivato dalla Calabria con un cognome pesante legato a doppio filo con la ‘Ndrangheta. In cerca di lavoro e lo aveva trovato proprio presso la famiglia di lei. Poi l’amore con una ragazzina di appena 15 anni. E la vita insieme: due figli e un negozio da gestire in centro, prima dei genitori di lei.
A luglio Maurizio, pentito di ‘ndrangheta che vive nello spezzino, insieme ai suoi legali, Jacopo Memo e Giorgio Colangeli era arrivato nella caserma di via Radice per essere sentito dal procuratore Alberto Liguori. Non aveva voluto testimoniare ma il segnale che le indagini sul caso della donna scomparsa erano in corso fu chiaro. Quelle carte, rimaste ferme per quasi un decennio, nonostante gli appelli dei familiari, che mai avevano creduto alla scomparsa volontaria della figlia, delle associazioni di donne e gli appelli dell’associazione Libera, erano state riprese in mano da magistratura e carabinieri.
Il 21 marzo scorso, nell’elenco dei nomi delle vittime innocenti delle mafie, è stato inserito anche quello di Barbara Corvi.