Le indagini sulla morte del generale Guido Conti, trovato senza vita il 17 novembre 2017, non verranno archiviate, perché ad avviso della famiglia e del legale Alessandro Margiotta, ci sono ancora molti punti oscuri da verificare.
Il Generale venne trovato morto il 17 novembre del 2017,in una zona ed in una posizione del corpo assai strana.
Nella ricostruzione dei fatti quel venerdì era uscito dalla sua abitazione attorno alle 9.30 confermando alla famiglia il suo rientro per l’ora di pranzo, durante la mattinata si era fermato in una tabaccheria dove aveva acquistato dei fogli, delle buste da lettera e un francobollo. Poi è ritornato sull’auto di una delle due figlie (una Smart ) ed ha imboccato la strada che da Sulmona va fino a Pacentro, all’epoca dei fatti quel tratto era chiuso al traffico da oltre due anni a causa di una frana. Il generale si è fermato in una piazzola e si è sparato un colpo sulla tempia con la sua calibro 9.
Il Gip Di Sulmona Marco Billi, ha fissato un’udienza il prossimo 11 luglio,in quella data saranno dibattuti i dubbi evidenziati nell’opposizione presentata dall’avvocato di famiglia dopo la richiesta di archiviazione per il reato di istigazione al suicidio avanzata a novembre 2018 dal procuratore Aura Scarsella.
Tra i punti oscuri ci sono i dubbi sul luogo del ritrovamento da due colleghi alle ore 21, vicino alla strada secondaria che da Sulmona porta a Pacentro.
Inoltre il generale venne trovato in una posiziona anomala rispetto al proiettile della calibro 9 esploso alla tempia, infatti non si capisce perché il corpo venne trovato teso in avanti con il braccio tra il terreno e il torace, e l’arma sotto.
Un ‘altro dubbio sorge sulla presenza di una Porsche Cayenne di colore bianco, notata nella zona del ritrovamento del cadavere, sul tipo di autovettura non è stata fatta nessuna di indagine.
Tra i punti da approfondire nell’opposizione dell’avvocato Margiotta figura anche la richiesta di approfondimento dei tabulati telefonici, perché esisterebbe una persona che quattro giorni prima del suicidio, tra le 11 e le 12, parlò con Conti in maniera aspra.
Non sono stati poi chiariti i contenuti dei contatti tra l’ex generale e un collega della polizia, oltre ai motivi che spinsero un generale dei carabinieri a cercare insistentemente Conti su due utenze telefoniche il giorno prima e nelle ore precedenti alla morte.
Tra le utenze ne risulta una intestata a un colonnello del Comando Unità Tutela Forestale di Roma. Tutti i contatti avvenuti in due casi il 13 novembre.
Conti era arrivato a Perugia nel 2012 e furono diverse e molto importanti le indagini di cui si è occupato, dai reati ambientali a quelli riguardanti i rifiuti.
Nel 2017 il generale si era da poco congedato dall’Arma per assumere un nuovo incarico in una multinazionale, la Total a Tempa Rossa poche settimane prima, ma si era subito dimesso.