150 arresti e quintali di sostanze stupefacenti, del valore di milioni di euro, sono stati sequestrati dal nucleo operativo dei Carabinieri di Perugia in collaborazione con organizzazioni antidroga nazionali e internazionali.
Nel comunicato stampa diffuso dai carabinieri del comando di Perugia è stato dichiarato “è stata smantellata un’inedita e insospettabile organizzazione di trafficanti internazionali di droga”.
In mattinata attraverso una conferenza stampa organizzata dal comando provinciale dei carabinieri,con la presenza del Procuratore della Repubblica reggente di Perugia, sono stati resi noti i dettagli dell’indagine.
L’operazione Domitia è stata portata a termine dai carabinieri di Perugia con la collaborazione investigatori di Polonia, Belgio, Svezia e Inghilterra, con l’Europol e Eurojast. Le indagini, coordinate dalla Dda della Procura di Perugia, ha smantellato un organizzazione con a capo un’organizzazione di cittadini tanzaniani e del Burundi, composta, da attori, barbieri, imprenditori e commercianti e fra questi c’era anche miss Sudafrica.
La droga arrivava da Africa orientale, Pakistan, Cina, Laos, America Latina. Veniva stoccata in Turchia, Tanzania, Sud Africa, Brasile, Perù, Bolivia. Destinazione finale l’Italia via terra.
Il litorale Domizio (da qui il nome dell’operazione) era il centro di smistamento per raggiungere le piazze di spaccio, a cominciare da Fontivegge. Perugia è una delle piazze di spaccio, come Napoli, Milano, Roma.
Il tutto è cominciato da Perugia sette anni fa, quando i carabinieri di Perugia del reparto operativo guidato, all’epoca del blitz, dal tenente colonnello Pierugo Todini portò in carcere sedici persone. Per lo più tunisini. Con loro anche cinque italiani: un perugino residente a Corciano, un assisano, una donna di Tivoli residente a Grosseto e due marchigiani. Sette anni di indagini coordinate dal pm (ora procuratore della Repubblica reggente), Giuseppe Petrazzini hanno fatto il giro del mondo e scoperto come gli approvvigionamenti dei tunisini per Fontivegge, toccavano il casertano.
Sono 144 i corrieri arrestati nel corso degli anni. Le ultime dodici ordinanze di custodia cautelare in carcere sono scattate all’alba di ieri tra Napoli e Bologna e Caserta. Sono quelli che ritenuti le menti di una organizzazione non verticistica.
I carabinieri di eroina ne hanno sequestrati 231 chili, 20 di cocaina, 2 di Mdma e circa 15 chili di marijuana. L’eroina valeva 35 milioni, la cocaina 4,2. per un affare di più di 40 milioni di euro di droga. Nelle tasche dei corrieri sono stati trovati 250 mila euro, tredicimila li aveva in uno zainetto miss Sudafrica arrestata con il compagno tanzaniano il 17 marzo del 2013 in un albergo di Napoli con 12 chili e trecento grammi di eroina nascosti in due trolley.
Eroina, cocaina e mdma trasportati attraverso i doppi fondi della valige. La droga veniva cucita nei bagagli. E i cucitori erano componenti chiave dell’organizzazione. Per il loro lavoro di cucitura venivano pagati anche anche mille dollari a consegna avvenuta. Le partite di eroina e cocaina erano coperte con peperoncino, zenzero e caffè e vaniglia. Questo per depistare i cani antidroga. La droga non veniva scoperta ai raggi X perché confezionata in modo che l’ingombro fosse parte integrante del bagaglio. I corrieri per non essere positivi, non toccano la droga, né incassavano i soldi. I carabinieri si sono insospettiti ai controlli solo perché, le valigie, vuote, pesavano di più. Una volta la droga è stata trovata nell’estintore di un Tir. Per trasportarla venivano usati anche aerei, traghetti, taxi e navi cargo. I corrieri africani, dopo i primi arresti, sono erano stati sostituiti da italiani, greci, spagnoli, bulgari e ungheresi.