Di Alessandro Savoia -Dopo il grande successo durante il Festival dei Due Mondi di Spoleto, la mostra “Modigliani, Les Femmes” resterà a Palazzo Tordelli, in Corso Mazzini 46, fino al 10 settembre.
Amatissimo dal pubblico di tutto il mondo, l’artista livornese ha richiamato nella cittadina umbra tanti turisti, visitatori italiani e stranieri, che hanno sottoscritto dichiarazioni e commenti straordinari per l’operazione artistico-culturale. La mostra “Les Femmes”, ideata ed organizzata dall’Istituto Amedeo Modigliani, vede la direzione artistica dello storico dell’arte Alberto D’Atanasio. La mostra, dunque, oltre a comprendere l’impianto tecnologico delle opere retroilluminate in alta definizione (28) e la presenza dell’inedita “Dede”, si arricchisce di dipinti originali di Modigliani che di settimana in settimana, fino a Settembre, si alterneranno nella stanza dell’inedito, rinnovando e l’emozione di una mostra che cambia di volta in volta. Tutte le opere sono supportate da testi, foto storiche dell’epoca e docufilm prodotti da Skyarte HD. A Spoleto, dunque, si avvia una fase di sperimentazione che vede confluire in un’unica sede diverse forme di rappresentazione dell’arte: il fascino delle opere uniche, la ricostruzione storica e documentale degli archivi, la tecnologia a supporto della divulgazione in un format inedito, i film ed i docufilm che raccontano l’emozione di un’epoca. Una mostra con più energie comunicative, unica, contemporanea e divulgativa.
LA STORIA DELL’INEDITA “DEDE”. Grande clamore ha suscitato la presenza all'interno di una sala della mostra, di un’opera inedita attribuibile a Modigliani, svelata per la prima volta per porla all’attenzione del pubblico, degli appassionati, e degli storici dell’arte di tutto il mondo. La tela, che ritrae un personaggio femminile, fu rinvenuta dieci anni fa. Le analisi svolte da due laboratori specializzati coinvolti, uno a Milano e l’altro a Spoleto, in fasi ed in tempi diversi indipendenti tra loro, hanno datato il dipinto nei primi due decenni del 1900, e quindi nel corso della vita dell'artista e prima che i primi falsi di opere di Modigliani cominciassero ad apparire. Non è emersa alcuna traccia di bianco di titanio, entrato in uso solo nel 1924, la cui presenza sarebbe un segno rivelatore di un falso. La struttura di legno, la tela, i colori e la sporcizia in superficie sono peraltro risultati coerenti con l'epoca in cui Modigliani visse. Tutto ciò però non è sufficiente: mentre le analisi di laboratorio ci consentono di escludere di trovarci di fronte ad uno dei tanti falsi di Modigliani realizzati a partire dagli Anni ‘50 dello scorso secolo, non bastano però ad attribuire l’opera al grande Maestro, anche se lo stile, il soggetto e la sua postura, la pennellata, gli stessi colori, ci ricordano molto il tratto di Modigliani. Per questo, nulla può sostituire un lungo e difficile percorso di analisi critica da parte di un team multidisciplinare di studiosi, che dovranno esaminare i diversi fattori in grado di sgombrare il campo sulla paternità dell’opera. Con questa consapevolezza, l’Istituto Amedeo Modigliani ha già deliberato che presto si farà carico di costituire al proprio interno un comitato indipendente di esperti, scienziati e storici dell’arte al fine di introdurre sempre di più nel processo di certificazione e di attribuzione delle opere di Modigliani metodi ed analisi oggettive che provengono dalle diverse scienze applicate alle opere d’arte e dei beni culturali, costituendo nel tempo un oggettivo riferimento ai processi di accreditamento e di archivio. Tutto ciò, nell’assoluta certezza dell’importanza della ricostruzione storica, ma altresì combattendo l’eccessiva discrezionalità di storici e critici che senza alcun riferimento tecnico e scientifico producono a volte giudizi sommari e inadeguati. Un vero e proprio metodo, che permette un giudizio sereno e documentabile a terzi sul processo seguito per attribuire la paternità di un’opera d’arte.
L’Istituto Amedeo Modigliani, nel perseguire l’obbiettivo di celebrare, ricordare, e diffondere la storia e l’opera di Amedeo Modigliani in Italia e all’estero, intende, in occasione del centenario della morte dell’Artista, che cadrà nel 2020, ricostruire con la modalità della retroilluminazione l’opera omnia di Modigliani, che conta oggi 337 opere secondo il catalogo Ceroni, mettendola a disposizione del grande pubblico e costruendo così un evento culturale mai visto prima. Per realizzare tutto questo ed altre importanti iniziative, l’Istituto presenterà alla stampa entro il 2016 un apposito comitato che guiderà le diverse iniziative che verranno realizzate tra il 2017 ed il 2020. Tale comitato, così come l’Istituto, probabilmente avranno sede nella città umbra.