Si parla di 74/84 lavoratori in esubero alla Maran di Spoleto, dove si conta un organico di 247 unità, ma anche di un taglio dello stipendio che potrebbe variare tra il 15 per cento per quattro anni e il 20 per cento per il prossimo biennio. Questo il range in cui si muove l’accordo tra sindacalisti e manager del Gruppo Hoist, protagonisti di una trattativa a oltranza che, negli ultimi tre giorni, non ha però prodotto sostanziali passi in avanti.
Giovedì le parti sono attese al tavolo del ministero del Lavoro dove, in base ai piani, si dovrebbe arrivare alla firma di un’ipotesi di accordo da sottoporre poi al voto dei dipendenti, preallertati per l’assemblea che potrebbe essere convoca giovedì sera o al più tardi venerdì mattina. Da quanto filtra dal tavolo della trattativa, cui siedono i sindacalisti Simona Gola, Paolo Pierantoni e Cristina Taborro, ma anche i manager e consulenti di Hoist Vincenzo Spano, Federica Ceccarelli e Angelo Beretta, oltre all’amministratore di Maran in concordato preventivo Andrea Marzapane, l’incentivo all’esodo sarebbe salito a quattro mensilità di stipendio, che verrebbero riconosciute a tutti i lavoratori che perderanno il posto, compresi quelli che rifiutassero l’offerta di Hoist per la riassunzione.
Evitato, poi, l’azzeramento del livello contrattuale per i 22 dipendenti con gli inquadramenti migliori, mentre per tutti gli altri il demansionamento non risulta finora scongiurato. Le richieste sindacali torneranno oggi al tavolo del ministero, dove non dovrebbero esserci sostanziali modifiche, anche se resta sul tavolo la richiesta di riduzione sia degli esuberi che del taglio degli stipendi.