Il Consiglio comunale di Spoleto ha votato ieri sera, giovedì 11 marzo, la mozione di sfiducia al Sindaco Umberto de Augustinis.
Dopo le dimissioni del primo cittadino, presentate nel corso della seduta, e la votazione sul possibile rinvio della discussione alla giornata di oggi, venerdì 12 marzo (respinta con 15 voti contrari e 9 favorevoli), i consiglieri comunali hanno approvato la mozione di sfiducia (15 voti favorevoli e 1 astenuto).
L’esito della votazione comporta l’immediata decadenza del Sindaco e della giunta e la nomina, in via provvisoria, del Commissario.
Come previsto dall’art. 141 del Testo Unico degli Enti Locali (TUEL) con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell’interno, verrà sciolto il Consiglio comunale e verrà nominato in via definitiva il Commissario (di solito un funzionario della carriera prefettizia), al quale sono attribuiti tutti i poteri spettanti al Consiglio, alla Giunta e al sindaco in attesa del primo turno utile per le elezioni.
Lega: “Agito nell’interesse del territorio e dei cittadini” – nota dei consiglieri comunali Cesare Loretoni, Riccardo Fedeli eStefano Proietti
“Priorità della Lega è agire sempre nell’interesse del territorio e dei cittadini, questo è un impegno dal quale non possiamo sottrarci, pur nella considerazione di dover perdere la ‘poltrona’ alla quale in tanti preferiscono rimanere incollati contravvenendo ai propri principi. Nel primo governo Conte abbiamo preferito rinunciare ad una posizione di governo perché il Paese chiedeva responsabilità, azioni concrete, decisioni importanti che in quel momento ci venivano impedite.
Oggi è il territorio spoletino ad aver bisogno di scelte coraggiose e di un sindaco autorevole che sappia gestire la pandemia e guidare la città fuori dalla crisi economico-sociale che ne è scaturita, una figura che sappia coinvolgere, condividere, ascoltare, non solo la politica, ma il mondo dell’associazionismo, i cittadini, gli imprenditori, le piccole e medie imprese, le forze vive della città.
Tutto questo, da parte del sindaco De Augustinis, arroccato sulle sue posizioni, non c’è mai stato. I consiglieri comunali della Lega e più in generale delle forze di maggioranza, che hanno dimostrato fin dall’inizio un atteggiamento costruttivo, sono stati esclusi dalle scelte fondamentali per il territorio e l’agire in autonomia del primo cittadino ha condotto l’amministrazione in un vicolo cieco rischiando di causare, e in certi casi causando, un danno irreversibile alla città, tramutando i progetti di crescita e sviluppo in occasioni mancate. Nell’ambito della discussione in consiglio comunale abbiamo ricordato le ripicche personali, le prese di posizione unilaterali, l’immobilismo e i ritardi, la volontà di impedire qualsiasi forma di partecipazione attiva nella politica cittadina, la mancata concertazione con la Regione Umbria, il totale distacco tra organi di indirizzo politico e strutture tecniche, l’esclusione di parte della giunta ai tavoli tematici, la rottura di rapporti un tempo consolidati con altri comuni e territori.
Prendiamo atto delle dimissioni del sindaco De Augustinis, una scelta che condividiamo, alla luce della mozione di sfiducia che la Lega ha promosso e firmato, ma che oggi appare tardiva e determinata solo dal fallimento del primo cittadino nel costituire una maggioranza alternativa a quella democraticamente eletta dai cittadini e non dalla presa di coscienza di un problema ben più ampio e profondo. Le parole pronunciate oggi in consiglio comunale forniscono prova dell’incapacità del sindaco di individuare le reali motivazioni che hanno portato la Lega e la maggioranza di centrodestra ad allontanarsi dalla linea autoreferenziale da lui percorsa.
In più occasioni abbiamo cercato il dialogo con il sindaco, molte volte lo abbiamo messo in guardia dal percorso autoreferenziale sul quale era indirizzato. Non abbiamo chiesto poltrone o nomine, abbiamo chiesto confronto, dialogo, coinvolgimento nelle decisioni. Siamo stati ignorati. Ricordiamo al sindaco che escludere gli eletti vuol dire escludere gli elettori, vuol dire negare il principio stesso di rappresentanza politica, vuol dire estromettere la città dal dibattito sulla città.
Una condizione grave in tempi di normalità, ma ancora più grave se si considera il particolare momento storico caratterizzato dal diffondersi del covid-19. La crisi sanitaria e al contempo quella economica, richiedono risposte determinanti che questo sindaco non è in grado di dare. Senza inclusione, senza idee, senza ascolto, senza dialogo con i vari livelli politici e istituzionali, si rischia solo di isolare la città di Spoleto e ancor più grave creare profonde spaccature al tessuto sociale già piegato dalla crisi in atto.
Per questo motivo, abbiamo firmato e votato favorevolmente alla mozione di sfiducia al sindaco Umberto De Augustinis. Come consiglieri comunali garantiremo il massimo impegno in questa fase di passaggio a tutela dei cittadini e a difesa esclusiva degli interessi di Spoleto”.
NOTA DEL GRUPPO REGIONALE PD: “A SPOLETO CHIUSA UNA ESPERIENZA AMMINISTRATIVA E POLITICA FALLIMENTARE DEL CENTRO-DESTRA”
“Si è chiusa un’esperienza fallimentare dal punto di vista amministrativo e politico, quella dell’amministrazione di centrodestra nella città di Spoleto. Un periodo caratterizzato da errori, gaffe e autoreferenzialità, che hanno isolato una realtà che è stata chiamata, soprattutto in questo periodo, ad un grande sacrificio come quello dell’ospedale Covid”.
Così i consiglieri del Partito democratico Tommaso Bori, Simona Meloni, Fabio Paparelli, Donatella Porzi e Michele Bettarelli “in merito all’atto conclusivo di una tragedia annunciata”.
I consiglieri regionali del Pd sottolineano come il centrodestra, “quando è chiamato all’amministrazione di un ente pubblico, non sia in grado di pensare al bene comune. Così in alcune situazioni, come Montefalco, lascia buchi milionari. A Spoleto ha silurato il proprio sindaco per una faida in cui si mischiano ambizioni e incapacità amministrative. In Regione, sono sotto gli occhi di tutti le difficoltà legate alla gestione della pandemia, soprattutto sul fronte della riapertura delle scuole”.
“A Spoleto – proseguono i consiglieri regionali – il gruppo consiliare ha tenuto la barra dritta, mettendo al centro il bene del paese, anche andando a scoprire il grande bluff del sindaco che, fino alla fine, ha tentato di salvare la poltrona senza un reale segnale di discontinuità. Stigmatizziamo con fermezza, inoltre, le accuse che l’ormai ex primo cittadino ha rivolto al consigliere Trippetti, al quale va tutta la nostra solidarietà. Ennesima brutta figura di un sindaco inadeguato. È urgente dunque – concludono – chiudere questa brutta pagina della storia cittadina e scriverne una nuova, che restituisca alla città visione e prospettiva”.
M5S: “Il centrodestra umbro, un’esperienza già fallita” – Comunicato congiunto Spoleto 5 Stelle e Thomas De Luca (M5S Umbria)
“Leggiamo la notizia delle dimissioni del Sindaco di Spoleto, Umberto De Augustinis, e del successivo voto di sfiducia del Consiglio Comunale, che ad oggi ha decretato la fine della sua esperienza amministrativa. Da avversari politici non possiamo che rammaricarci di questa situazione in piena emergenza sanitaria. Dispiace che un Sindaco, eletto in nome della discontinuità con il passato, abbia pagato dinamiche partitiche da vecchia politica, tradito proprio da quei partiti “amici” che amano definire se stessi come forze innovatrici.
Un’epurazione avvenuta solo per aver difeso la propria comunità mentre la governatrice Tesei “espropriava” l’ospedale di Spoleto per l’emergenza covid-19. Una scelta unilaterale arrivata come fulmine a ciel sereno, a cui il Sindaco ha cercato di opporsi. Una posizione questa che ha poi causato le rappresaglie degli esponenti “romani” di un partito commissariato, dove chi vuol far carriera può solo che adeguarsi agli ordini, anche se questo significa fare un danno ai propri concittadini. A pochi anni dalle proprie vittorie elettorali, il centrodestra umbro pare già a pezzi: Spoleto, Orvieto, Terni. Anche in Regione i rapporti sono turbolenti.
Non sappiamo se questo è il cambiamento che meritavano gli umbri, possiamo solo dire che se qualcuno pensava avessimo toccato il fondo si sbagliava di grosso. Abbiamo cominciato (di nuovo) a scavare”.