Imprese di piccola e media dimensione a conduzione familiare, accomunate dall’aver continuato la tradizione di famiglia, con investimenti in ricerca e sviluppo spesso ridotti, mediamente orientate a una programmazione a breve periodo, con un fatturato importante proveniente dall’estero e in particolare dagli Stati Uniti. Sono alcune delle caratteristiche del comparto della ceramica umbra emerse dall’indagine a campione effettuata nell’ambito del progetto Interreg Europe “Clay”, finalizzato a sostenere la competitività delle piccole e medie imprese ceramiche e che, con la Regione Umbria come capofila, riunisce sei partner europei che hanno importanti tradizioni ceramiche e un bacino crescente di piccole e medie imprese innovative.
L’indagine, conclusa nel secondo semestre del progetto, è stata effettuata attraverso un questionario su un campione rappresentativo che ha interessato diverse categorie di attori economici e istituzioni locali, fra cui le amministrazioni comunali di città d’arte e poli di riferimento della ceramica umbra come Gualdo Tadino, Deruta e Gubbio, e ha analizzato in particolare l’assetto delle imprese, l’occupazione, i canali di marketing e l’export, la propensione alla formazione professionale, con un approfondimento dedicato all’innovazione da cui si riscontra la necessità di innovazione nel processo, nel prodotto e nelle strategie di marketing.
I partecipanti all’indagine hanno tra l’altro individuato le innovazioni predominanti da attuare nel marketing (con il 79,3% delle preferenze) e l’innovazione di prodotto (con il 62,1%). L’innovazione di processo ha avuto il 48,3% delle preferenze.
Le principali barriere all’innovazione, secondo l’opinione degli intervistati, vede con il 72,4% la “mentalità e pratiche troppo legate ai tradizioni prodotti e processi”, “bassa conoscenza delle potenziali innovazioni di settore” con il 62,1% e “basso livello di risorse da investire nelle Pmi” con il 58,6%. Alla tipologia di supporto per rilanciare l’economia del settore ceramico, predominante l’opzione relativa agli aiuti finanziari ed economici con il 69%, i programmi di formazione hanno raggiunto solo il 48,3 per cento.