A Città di Castello è stato seppellito un feto al posto di una gamba amputata.
Il tragico errore è stato commesso all’ospedale, dove sono state scambiate le due sacche con i resti umani che erano conservati nella stessa cella frigorifera. A commettere lo sbaglio è stato l’operatore delle pompe funebri che durante il recupero ha sbagliato sacca e preso il feto morto al posto dell’arto mutilato.
Il 17 febbraio, giorno in cui la famiglia di Monterchi ha inviato il proprio addetto funebre ci si è accorti che dentro la cella erano rimaste solo due sacche con altrettanti arti ma non più il feto. Avvertito allora il Comune di Città di Castello è stata disposta l’estumulazione della bara che doveva contenere i resti del paziente amputato. Il 19 all’apertura della cassa c’è stata la conferma dei dubbi: il corpicino era lì.
È quanto La Nazione è in grado di ricostruire il giorno dopo aver svelato una storia che neppure uno scrittore con forte venatura di humour nero avrebbe saputo immaginare. Una ricostruzione che si basa su una nota ufficiale del direttore sanitario dell’ospedale, dottor Silvio Pasqui, e su alcune fonti interne alla struttura.