«Se l’Rt restasse quello attuale (0,7) nel giro di quattordici giorni l’Umbria si ritroverebbe in zona bianca”. A dirlo sono due dei componenti del nucleo epidemiologico regionale, Carla Bietta e Marco Cristofori, durante la conferenza stampa settimanale nella quale hanno illustrato i dati relativi all’andamento del contagio in Umbria.
La proiezione a 14 giorni porrebbe l’Umbria ad un’incidenza di 50 nuovi casi settimanali ogni centomila abitanti. Soglia, appunto, che consentirebbe alla nostra regione di diventare “bianca”. L’Umbria ha ricordato l’epidemiologo «è nettamente sotto 1», con l’indice Rt all’8 aprile che è sceso a 0,71. L’incidenza per 100 mila abitanti come valore medio regionale vede attualmente 110,09 casi: 115,66 per il perugino e 93,98 per il ternano.
«Se si arrivasse a un’incidenza di 50 – ha spiegato proprio Cristofori – significherebbe che l’infenzione diventerebbe controllabile attraverso il contact tracing e vaccinare a queste condizioni sarebbe naturalmente tutt’altra cosa che farlo con un’incidenza che supera i 250 contagi”.
Le zone a più bassa incidenza sono quelle dell’Orvietano (49,48), il Trasimeno (67,01), il Perugino (87,26) e Foligno che è sceso a 91,26. Le situazioni più problematiche si registrano in Valnerina (242,68), anche sei i numeri sono piccoli, poi l’Alto Chiascio (201,56) e l’Alto tevere (160,43), ma qui il problema è principalmente legato a Città di Castello.
Ed anche i dati di ieri confermano che la situazione sta rientrando in modo deciso. Nelle ultime 24 ore infatti c’è stato ancora un calo di ricoverati Covid, passati a 338, cioè 19 meno. Salgono invece da 42 a 44 i pazienti nelle terapie intensive. Nell’ultimo giorno sono stati registrati 172 nuovi positivi, 290 guariti. Gli attualmente contagiati sono ora 4.334, 125 meno di ieri. Ieri sono stati analizzati 3.479 tamponi e 4.923 test antigenici: il tasso di positività è del 2 per cento sul totale (ieri 1,38) e del 4,9 sui soli molecolari (ieri 3,5). Sette purtroppo i decessi.