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Scuola: moltissime incognite su apertura e chiusura

admin09 Mins Read
 
 
 

Continua la diatriba sulla riapertura delle scuole in presenza.

I sindaci, intesi a evitare le decisioni last minute, motivo di forti disagi e ritardi nell’organizzazione scolastica, hanno scritto una lettera indirizzata alla presidente della Regione, Donatella Tesei, in cui hanno chiesto provvedimenti chiari e trasparenti in merito alla riapertura in sicurezza.

 
 
 
 

“Ci siamo troppo spesso trovati di fronte a al fatto di dover compiere scelte – scrivono i sindaci – non suffragate dal necessario confronto e supporto da parte delle autorità regionali ai vari livelli. Il nostro spirito di leale collaborazione istituzionale non è mai venuto meno e continuerà ad esserci. E’ necessaria una piena e condivisa assunzione di responsabilità. Non vorremmo trovarci, infatti, per il terzo fine settimana consecutivo a dover rincorrere gli eventi, come purtroppo già avvenuto in precedenza”

I primi cittadini hanno ribattuto alla replica da parte della Regione accusata  di non essersi ‘presentata’ alla riunione dei sindaci ‘perchè non invitata’. “In una fase come questa – hanno commentato  – non possiamo aggrapparci al formalismo dei presunti mancati inviti, peraltro sempre puntualmente inoltrati dal presidente Anci Umbria Michele Toniaccini, che ringraziamo per l’impegno costante, così come abbiamo trovato sempre disponibilità al confronto da parte del commissario straordinario per la gestione dell’Emergenza Covid-19 in Umbria Massimo D’angelo, ma dobbiamo condividere, dati scientifici alla mano, una strategia comune che eviti ai cittadini, alle famiglie, agli studenti ed alle imprese di vivere in un continuo stato di precarietà e difficoltà. Se come molti eminenti scienziati sostengono l’Umbria può essere paragonata a quanto successo a Codogno nell’inverno scorso, allora è bene che non si perda ulteriore tempo e si assumano i provvedimenti necessari in maniera chiara e trasparente. Se questo al contrario non è, come ci auguriamo, risulta altrettanto necessario condividere misure e strumenti”.

I DATI DEL CONTAGIO NELLE SCUOLE UMBRE

Al 16 febbraio, risultano 94 alunni positivi nelle scuole della regione (dieci giorni fa erano 141). La maggior parte di questi (37) frequentano le scuole dell’infanzia. Le unità di personale scolastico positive sono in totale 33, mentre i cluster (da intendere come due o più casi positivi riscontrati nella stessa classe) sono 22.

1123 sono gli studenti contatti stretti di classi in isolamento, di cui 373 nelle scuole secondarie di primo grado e 372 in quelle dell’infanzia. Attualmente si contano 61 classi in isolamento, più che dimezzate rispetto alle 150 classi di poco più di una settimana fa.

Le classi e gli alunni in attenzione (sottoposti a sorveglianza sanitaria e tampone antigenico senza quarantena) sono rispettivamente 34 e 715, di cui 261 nelle scuole secondarie di primo grado.

MAGGIORANZA DIVISA A PALAZZO DEI PRIORI

La IV Commissione consiliare cultura di Palazzo dei Priori, presieduta da Michele Cesaro, ha approvato con 5 voti a favore (opposizione), 4 contrari (Cesaro, Befani, Ricci e Casaccia) e 4 astenuti (Puletti, Giustozzi, Vignaroli e Volpi) l’Ordine del giorno urgente presentato dai gruppi PD, Idee Persone Perugia, Rete Civica Giubilei: “Interventi urgenti per la riapertura delle scuole in sicurezza”.

Sarah Bistocchi (PD) illustrando l’atto,  ha riferito che il riacuirsi dell’emergenza sanitaria da Covid-19 ha reso necessaria la riorganizzazione temporanea delle attività didattiche al fine di contenere la diffusione del contagio. Dal documento si evidenzia come  la didattica a distanza, buona soluzione in via temporanea, non può essere sostenuta a lungo avendo un costo sociale molto elevato. Secondo gli istanti, occorrono ora soluzioni per far tornare i ragazzi in classe, in sicurezza, il prima possibile, come fatto in molti paesi europei ma non in Italia.

In Italia è stata disposta la riapertura delle scuole superiori, col 50% degli studenti in presenza, dal’11 gennaio, solo per Valle d’Aosta, Toscana e Abruzzo, mentre gli alunni di tutte le altre regioni dovranno proseguire con la DAD al 100%.Tuttavia le problemartiche venutesi a creare sono diverse e critiche e coinvolgo istituzioni, famiglie e studenti

In Umbria le lezioni in presenza, seppur non al 100%, potranno riprendere il  23 gennaio, salvo ulteriori provvedimenti urgenti.

Durante l’incontro a Palazzo dei Priri, è stato affrontato il problema degli assembramenti nelle fermate degli autobus. In Toscana, ad esempio, è entrata in gioco la figura dello steward.

Altro fattore di estrema importanza per il rientro in classe è lo screening. In Toscana sono stati previsti esami a tappeto divisi in categorie.

E’ stato infgine affrontato il tema dell’ingresso e dell’uscita dalle scuole, che ha portato alla diversificazione degli orari.

Gli istanti riuniti hanno proposto di impegnare l’Amministrazione ad interagire e collaborare con la Regione Umbria al fine di mettere in campo tutti gli interventi e le misure possibili per una riapertura delle scuole, graduale e strutturata, in sicurezza.

L’assessore alla sicurezza e personale Luca Merli, padre di un ragazzo di 16 anni, anche lui costretto a rinunciare alla scuola in presenza e alla socialità, ha ricordato come quello attuale sia un momento difficile e particolare in cui si stanno registrando dati che evidenziano una crescita dei contagi nelle fasce più giovani della popolazione, fasce che devono essere tutelate in ogni modo.

In merito alla questione trasporti, Merli ha riferito come, nel breve lasso di riapertura delle scuole, è stato fatto un lavoro importante con aumento dei mezzi in numero di 80 e con previsione di un attento monitoraggio (alle fermate e fuori dalle scuole) tramite la protezione civile e le forze dell’ordine.

“La scuola – ha affermato Merli, non è la causa assoluta dei contagi, ma è un problema vero, collegato a tanti altri oggi presenti. Per tale ragione, Comune e Regione hanno dovuto adottare provvedimenti di chiusura improntati alla massima prudenza”.

In merito ai ritardi sull’emissione dell’ordinanza di chiusura di asili nido e materne, Merli ha riferito che ciò è stato dovuto alle tempistiche relative all’arrivo della sentenza Tar ed alla necessità di assumere un provvedimento, che si configurava come complesso, il più corretto possibile tenuto conto del numero nutrito di studenti che si andava ad interessare.

Ulteriori elementi sono stati forniti dal vice sindaco ed assessore ai servizi scolastici Gianluca Tuteri, che  ha commentato  un ordine del giorno condivisibile se fosse stato presentato qualche mese fa; “nel 202 – ha spiegato  Tuteri – la chiusura delle scuole ha rappresentato un provvedimento eccessivo in quanto non supportato da dati concreti; i giovani in sostanza sono stati considerati possibili untori, ma tali non erano avendo un indice di contagio molto più basso della media. Oggi, invece, gli scenari sono cambiati in tutta Europa a causa dell’avvento delle varianti, specie quella cosiddetta “inglese” che maggiormente si diffonde nella fascia pediatrica. Studi, infatti, sanciscono che la variante inglese colpisce anche le fasce giovani della popolazione, molto di più rispetto al virus originario”.

Tuteri a supporto della sua tesi ha fornito dati specifici: A Perugia nel mese di dicembre su 816 contagi complessivi, 58 hanno riguardato la fascia 0-6 anni. A gennaio su 1492 casi totali, 94 hanno riguardato la fascia 0-6. Nei primi 12 giorni di febbraio su 1012 casi, 62 riguardano la fascia 0-6.

“Il problema è che questa fascia di età ha peculiarità particolari (necessità di accudimento continuo) e tende, quindi, a diffondere facilmente il virus in famiglia. Ecco perché, obtorto collo, l’Amministrazione è stata costretta ad intervenire con il provvedimento di chiusura delle scuole”.

Tuteri si è detto convinto dell’importanza della riapertura delle scuole; tuttavia le misure adottate sono state necessarie per frenare la corsa del virus. Il vice sindaco ha inoltre evidenziato che l’interno delle scuola è un luogo sicuro, mentre preoccupano i momenti di entrata ed uscita; per questo il Comune aveva formulato specifiche proposte operative presso il tavolo prefettizio sulla sicurezza.

Patrizia Casavecchia (insegnante), Egidia Guarducci e Cristina Castellano (avvocati del comitato scuola) hanno sostenuto la necessità di dare priorità alla scuola, da tempo non più considerata come tale specie in Umbria. Vi è, a parere delle relatrici, un chiaro diritto all’istruzione inalienabile che non può essere contrapposto a quello alla salute. In sostanza la chiusura perdurante determinerà danni enormi non solo ai giovani, ma all’intero Paese.

I rappresentanti degli studenti Matias Cravero e Chiara Baldelli hanno manifestato un forte senso di rivendicazione dei giovani nei confronti delle Istituzioni per lo scarso rispetto ricevuto: se la riapertura della scuola rappresenta una priorità, secondo i giovani, bisogna lavorare per realizzarla, partendo anche dai trasporti.

Per Francesco Zuccherini (PD) è giunto il momento di ricominciare a ragionare su come si arriverà alla riapertura delle scuole dopo la chiusura della fase acuta, pur essendo ancora in piena emergenza. Serviranno accortezza e azioni adeguate.

“L’odg – ha dichiarato il consigliere – richiede proprio questo su temi centrali come i trasporti o lo screening di massa, fornendo un aiuto all’Amministrazione. Un’Amministrazione che deve essere più presente nella discussione regionale, altrimenti si rischia di rimanere fuori dai tavoli che contano”.

Per Michele Cesaro (FI) stiamo vivendo un tempo in cui la pandemia fa emergere la delicatezza del ruolo degli amministratori che non possono assumere le decisioni tralasciando i numeri del contagio e gli studi scientifici.

Cesaro ha rimarcato come la chiusura delle scuole penalizzi soprattutto i bambini più piccoli (asili nido e materne); questo è un dato concreto, ma si deve prendere atto che chi assume le decisioni (a livello governativo, regionale e comunale indipendentemente dai colori politici) lo fa avendo a disposizione tutti gli elementi per valutare.

Secondo Elena Ranfa (PD) occorre darsi una mossa: ben vengano le analisi ed i dati, ma occorre oggi saper amministrare dando risposte ai cittadini ed ai giovani in particolare. Abbiamo avuto un’estate intera per assumere provvedimenti adeguati, ma si è perso tempo prezioso arrivando alla situazione attuale impreparati. Secondo la consigliera sulla scuola sono stati commessi molti errori sia in Comune che in Regione evidenziando molte contraddizioni e scarsa coerenza.

Il consigliere Fabrizio Croce (IPP) ha sostenuto che l’urgenza delle istanze presentate dagli ospiti obbliga a dare risposte, come amministratori, altrettanto urgenti e sobrie.

Rispondendo alle domande degli ospiti, l’assessore Luca Merli ha riferito che, all’esito delle scadenza dell’ordinanza di chiusura delle scuole (21 febbraio), l’Amministrazione assumerà i provvedimenti che verranno richiesti dalle istituzioni sanitarie alla luce della situazione sui contagi che emergerà dai dati concreti a disposizione.

In replica finale, la capogruppo Pd Sarah Bistocchi ha negato che l’Amministrazione, come detto da Tuteri, non abbia sbagliato nulla, “altrimenti non saremmo nella situazione attuale, unica in Italia”. Bistocchi in chiusura ha invitato l’Amministrazione di gettare il cuore oltre l’ostacolo per ottenere risultati utili nell’interesse della città.

Rispondendo a Bistocchi il vice sindaco Tuteri ha inteso precisare che la frase “non abbiamo sbagliato nulla” faceva riferimento esclusivamente all’ordinanza assunta recentemente dal Comune e null’altro.

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