Questa mattina, giovedì 7 gennaio, si sono svolte manifestazioni di protesta sulle nuove normative che riguardano il diritto allo studio, la Dad e il rientro in classe degli studenti.
Un gruppo di genitori e insegnanti, si sono riuniti stamattina davanti al Liceo classico Galileo a Firenze e a Montecitorio a Roma, in seguito alla decisione da parte del Governo di rimandare l’apertura delle scuole superiori all’11 gennaio.
I manifestanti hanno protestato anche per lo stop alla valutazione del primo quadrimestre, la sospensione delle prove Invalsi e la sicurezza all’interno delle scuole.
Anche i sindacati si sono schierati al fianco dei manifestanti, ricordando che anche il personale scolastico e i docenti sono non solo lavoratori, ma anche genitori, e quindi direttamente interessati al buon funzionamento del sistema scolastico.
In una nota stampa gli studenti del Fronte della Gioventù Umbria, hanno comunicato di aver organizzato una manifestazione a fine gennaio, ed hanno dichiarato che i recenti dati IPSOS denunciano un preoccupante aumento del fenomeno dell’abbandono scolastico: almeno uno studente per classe ha abbandonato a causa del Covid.
La Dad, secondo i manifestanti, è stata un fallimento “data l’assenza di un supporto reale del Governo alle scuole, la mancanza di dispositivi come tablet computer e di corsi di sostegno e misure volte a garantire il diritto allo studio”.
La responsabile del FGC-Perugia, Maria Chiara Verducci, ha dichiarato: “Rivendichiamo un rientro a scuola con misure di sicurezza che in questo momento sono inesistenti. Per le aziende e i settori produttivi si è subito deciso che si sarebbe fatto tutto il possibile per tenerli aperti, nonostante il mese di novembre sia stato quello con il più alto numero di morti dall’inizio della pandemia, mentre le scuole rimangono chiuse senza prospettive per diritto allo studio e per un’apertura sicura”.
“Scenderemo in piazza a fine di gennaio” ha continuato Verducci “nella stessa data dello sciopero generale dei lavoratori indetto dai sindacati conflittuali per conquistare ampie misure per la sicurezza delle scuole. Esprimiamo tutta la nostra contrarietà alle politiche del Governo che gestisce la crisi pandemica per gli interessi delle aziende a scapito di quelli dei lavoratori e, di conseguenza, anche dei figli dei lavoratori, gli studenti. Nelle prossime settimane le proteste studentesche con quelle dei lavoratori continueranno”.