Il ritorno in classe degli studenti umbri previsto per il 7 gennaio potrebbe saltare. Dopo l’assessore alla Sanità, Luca Coletto, secondo il quale le scuole non andrebbero riaperte, stando alle attuali condizioni, anche l’assessore Michele Fioroni ha espresso la propria contrarietà alla riapertura delle scuole.
“Sarebbe auspicabile – ha spiegato Fioroni – che il governo valuti con attenzione l’opportunità della riapertura delle scuole in presenza il 7 gennaio, un orizzonte temporale troppo ristretto, che non consentirebbe nemmeno di valutare eventuali effetti di contagio dovute alle festività, nonostante le chiusure previste. Basterebbe solo un po’ di buon senso. Aspettare almeno 15 giorni per capire l’andamento dei contagi derivanti dalle festività, magari ipotizzando di terminare il primo quadrimestre in Dad”.
Mentre Coletto aveva individuato come principale problema i trasporti scolastici, l’assessore con le deleghe economiche estende la propria preoccupazione anche nei confronti di “alcune dinamiche nei flussi di studenti da casa a scuola e da scuola a casa”.
L’assessore alla Mobilità, Enrico Melasecche, chiama in causa il Governo che dovrà prendere una decisione al riguardo, evidenziando che, in tema riapertura delle scuole, “c’è un documento chiaro elaborato in Prefettura”.
Intanto è stato varato il piano di rimodulazione dei bus: saranno 172 in più con una la dad al 75% (nuova ipotesi formulata dalla Regione) e 98 con la dad al 50%. Quasi otto milioni il costo aggiuntivo.
Anche secondo l’assessore alla Scuola, Paola Agabiti, e l’assessore all’ambiente, Roberto Morroni, la decisione finale spetta al Governo.
Gli esponenti della Lega intanto si sono schierati per un no deciso al ritorno in classe degli studenti superiori: il capogruppo della Lega in consiglio regionale, Stefano Pastorelli, ha spiegato che “alle condizioni attuali il rientro in classe il 7 gennaio rischierebbe di compromettere un delicato equilibrio, come già accaduto dopo la riapertura del 14 settembre”.
Il consigliere regionale Andrea Fora (Patto Civico) ha invece ribadito come non si dovrebbe rinviare il ritorno a scuola, ma invece provvedere alle mancanze presenti sul piano sanitario, come “un sistema di tracciamento per operatori scolastici e alunni; un piano d’intervento per tamponi e test in raccordo con i servizi sanitari locali; protocolli sanitari chiari che mettano in grado i presidi di sapere a chi rivolgersi in caso di alunni e docenti positivi; un piano per le vaccinazioni del personale scolastico, dimenticato completamente dalla programmazione dei primi mesi; un piano di prevenzione per la messa in sicurezza sanitaria dei luoghi interni alle scuole”.
In merito alla dibattuta riapertura delle scuole, è intervenuta anche la Presidente della Regione, Donatella Tesei, che ha chiesto risposte immediate dal Governo. Come si legge in una nota, sottoscritta dalla Presidente Tesei e da altri governatori leghisti di tutta Italia, “servono scelte tempestive affinché si possano dare certezze alle milioni di persone coinvolte. Siamo preoccupati per il silenzio del governo sulle criticità sul tema della riapertura delle scuole. E’ necessario garantire subito quanto promesso dal governo alle Regioni: personale sanitario per effettuare le vaccinazioni”.
Nella giornata di oggi, lunedì 4 gennaio, si discuterà a proposito del rientro in classe presso l’ufficio territoriale del governo di Perugia, con la partecipazione del prefetto di Terni.
IL PUNTO DI VISTA DI ALTRASCUOLA
“A gennaio ci vediamo a scuola’’: una frase banale, che negli anni passati noi studenti avremmo pronunciato senza pensarci, forse sbuffando un po’ per i troppi compiti da fare. Non avremmo potuto neanche immaginare che ‘’ci vediamo a scuola’’ sarebbe diventata oggi un’ipotesi, una speranza, un augurio, per alcuni purtroppo anche una paura. Ci è stato promesso che il 7 gennaio, tra pochi giorni, torneremo a scuola: la nostra domanda però è: a quali condizioni? Tornare in presenza, infatti, non ci basta: vogliamo farlo in sicurezza e vedendo garantito il nostro diritto allo studio e il nostro diritto alla salute.
La pandemia ha portato ad un punto di rottura il nostro sistema d’istruzione: assistiamo a continue promesse non mantenute o ritrattate – ultima tra le quali quella di un ritorno al 75 per cento, subito ridotto al 50 -, veniamo addirittura additati come responsabili del diffondersi della pandemia, incoscienti ed immaturi”.
Matias Cravero, Coordinatore Regionale di Altrascuola – Rete degli Studenti Medi Umbria, in riferimento alla riapertura delle scuole il 7 gennaio, ha dichiarato: “Non ci stiamo più. I dati da noi richiesti e rilasciati dalla Regione Umbria ci danno ragione: i contagi nella
fascia d’età delle scuole superiori sono calati con la riapertura delle scuole, i maggiori vettori di contagio sono riconosciuti nei trasporti, a riprova di una situazione di disagio che già più volte abbiamo denunciato; alcuni investimenti sono stati fatti, ma sono chiaramente insufficienti e ci mettono di fronte ad una situazione di pericolo che rischia di ripetersi con il ritorno a scuola il 7 gennaio. Le nostre richieste sono semplici e ragionevoli, e le portiamo di fronte a chi pretendiamo si prenda la responsabilità politica di un danno educativo che segnerà per sempre la nostra generazione, con la speranza che questa non sia l’ennesima occasione sprecata di rimettere al centro il nostro diritto di studiare e di farlo in sicurezza.
Le nostre richieste sono semplici e ragionevoli, abbiamo già richiesto un incontro alla Regione Umbria per discuterle ( richiestaincontro.pdf).
Vogliamo spazi sicuri e adeguati alle nostre esigenze, la garanzia del rispetto dei protocolli di sicurezza, rimborsi sui trasporti di cui non abbiamo usufruito, la stabilizzazione delle borse di studio e l’accesso gratuito alla rete della mobilità pubblica, ai libri di testo, ai device e alla connettività. Solo con questi investimenti strutturali sarà possibile tutelare il diritto allo studio in Umbria e limiatre la situazione di crisi che stiamo vivendo”.
Altrascuola ha raccolto in un documento ( richieste_altrascuola.pdf ) le proposte di tanti studenti e studentesse riguardo ad un ritorno in classe in piena sicurezza.