La sessione straordinaria indetta ad hoc per l’esame farsa di Luis Suarez è stata motivata con l’emergenza Covid.
Come scrive oggi Il corriere dell’Umbria, nessun riferimento al calciatore dall’ingaggio milionario. E’ quanto scritto nel documento dell’Università per Stranieri, mai pubblicato all’albo pretorio né nella sezione “amministrazione trasparente”.
Una delibera di consiglio in cui viene indicata nero su bianco la giustificazione formale dell’anticipo di cinque giorni rispetto alla data prefissata, il 22 settembre, dell’esame per la certificazione di italiano B1, utile per ottenere cittadinanza e passaporto.
“Il direttore generale”, è scritto nell’atto vergato l’8 settembre, “sottolinea che il delicato periodo di ripresa delle attività accademiche dopo l’emergenza Covid richiede prudenza e disponibilità di maggiori spazi per garantire il distanziamento. Inoltre in considerazione della sessione Celi immigrati programmata per il 22 settembre, in concomitanza con lo svolgimento dei test d’ingresso, ritiene fondamentale per evitare assembramento nel rispetto delle attuali normative suggerire l’aggiunta di un’altra sessione straordinaria da espletare solo a Perugia il giorno 17 settembre”.
Dunque nove giorni prima l’Università per stranieri ha motivato l’anticipazione dell’esame che, per gli inquirenti, invece trova spiegazione con la necessità di Juve e entourage del “pistolero” di accelerare i tempi in vista di un possibile passaggio (poi saltato) dal Barcellona ai bianconeri. Il 7 settembre era stata contattata anche una scuola di Barcellona convenzionata con la Stranieri di Siena, ma poi non se ne era fatto niente.
Da qui l’approdo a Perugia per un esame che, sempre secondo la procura, è stato accelerato e al contempo truccato, con le risposte passate in anticipo e una procedura illecita, fino a decidere e scrivere i voti sul diploma prima del test. Per la Stranieri quella sessione anticipata era dettata dalla necessità di non creare assembramenti. Sì perché il 23 settembre, il giorno dopo la sessione ordinaria, ci sono stati gli esami per i corsisti delle facoltà. Ne sono arrivati 143. Secondo il percorso logico contenuto in delibera, spezzando in due l’esame Celi per immigrati in due sessioni si sarebbe evitato l’affollamento. Peccato che con Suarez c’erano solo tre candidati di contorno, peraltro reperiti successivamente al telefono tra quelli del 22 (e ancora in attesa del responso del test). In realtà i vertici della Stranieri già sapevano che ci sarebbe stato il bomber uruguaiano, con tanto di sicurezza e fan al seguito. Il ragionamento può ancora reggere: due eventi con centinaia di persone a distanza di 24 ore l’una dall’altra potevano rappresentare un pericolo in fase di recrudescenza della pandemia. Ma, anche qui, si profila una falla: Suarez è stato esaminato in un edificio staccato da Palazzo Gallenga, ossia la Palazzina Prosciutti, nei pressi del tribunale penale. Il rischio assembramento, utilizzando un’altra sede, viene meno.
Intanto ieri mattina la rettrice Giuliana Grego Bolli, indagata per corruzione, falso e rivelazione di segreto d’ufficio insieme al direttore generale Simone Olivieri e il docente Lorenzo Rocca, è tornata nel suo ufficio a lavorare. Idem Olivieri.
L’annunciato incontro con gli studenti è stato annullato. Rocca è già stato sentito dai pm, insieme a Stefania Spina, la docente che ha preparato Suarez, per cui si ipotizzano falso e rivelazione. Solo falso per l’impiegata Cinzia Camagna. Per le precedenti contestazioni di turbativa d’asta, prima del caso Suarez, è indagata anche la dipendente Loredana Priolo.