Dopo l’anteprima romana e le presentazioni di Pisa e al festival Caffeina di Viterbo, il libro “La vita nascosta” (MdS, pp. 181 – euro 12) di Sara Ficocelli, firma di Repubblica, prosegue il suo tour di presentazioni, approdando sabato 9 luglio alle 19 al T-Trane Record Store di Perugia, in un incontro con l’autrice moderato da Enzo Beretta e arricchito dalle letture degli attori Alessandro Trionfetti e Federica Pieravanti.
Un caso letterario. Il libro, pubblicato poco più di un mese fa dalla giovane casa editrice toscana MdS editore nella sua collana Cattivestrade e già andato in ristampa, nel modo della piccola editoria sta diventando un vero e proprio caso letterario. L'autrice, apprezzata per le sue numerose inchieste sociali su temi delicati come la violenza sulle donne, la prostituzione e l’emarginazione, per il suo romanzo d’esordio ha scelto di raccontare una storia corale ambientata nel ventre di Roma, in quel cuore vivo e pulsante della capitale che, a margine dei palazzi, delle chiese e dei salotti della “Grande Bellezza”, ne rappresenta l’essenza più pura e autentica.
Oltre la Grande Bellezza. Quella descritta dall’autrice è infatti una città di frontiera, nascosta agli occhi dei più, così come nascoste sono le vite delle variopinte figure che la popolano, che si anima e prende vita nei quartieri popolari, nelle borgate, nei campi nomadi, in tutti quei luoghi dove i turisti non s’avventurano e che molti degli stessi abitanti della capitale preferiscono fingere d’ignorare.
E’ in quelle strade e in quelle piazze che si snoda la vicenda di Iris, transessuale bella, colta e intelligente che “fa la vita” sognandone al contempo una “normale” accanto a Roberto, il fidanzato che pur amandola non riesce a non vergognarsi di lei, e di Aneta, quindicenne d’etnia Sinti in fuga dal suo campo e in lotta contro tutto, come molti adolescenti.
Due personaggi ai margini che per una delle strane carambole del destino si ritroveranno, quasi loro malgrado, a camminare a fianco, due vite sconosciute e difficili costrette a confrontarsi senza maschere con una Roma spietata, piena di pregiudizi e ipocrisia, con la “rabbia cieca e feroce di chi vede la propria apparente e compiaciuta “normalità” imbottita di tritolo e fatta deflagrare dai demoni incendiari della sua vita nascosta”, come si legge nella prefazione; quella vita rimossa, occultata, mascherata che, in fondo, appartiene a tutti noi.