Il piano sanitario regionale 2019-2021 approvato da Palazzo Donini l’8 maggio 2019 aveva stabilito che sei reparti del servizio sanitario regionale dovevano essere accorpati. Questo per evitare sprechi e doppioni.
Ma come ricorda oggi il Corriere dell’Umbria, nulla di questo è avvenuto.
Le strutture fotocopia, presenti nelle aziende ospedaliere di Perugia e Terni, sono ancora in piedi. Alcune sono duplicate anche negli ospedali dei territori. “Le discipline di alta specialità” vale a dire “cardiochirurgia, neurochirurgia, chirurgia toracica, oncoematologia con trapianti e chirurgia oncologia” devono essere “progressivamente accorpate in strutture complesse a valenza interaziendale”. Poi c’è la breast unit che si pratica a Perugia, Terni, Città di Castello e Foligno: e basta una, massimo due. Per la neuro si parla di “integrazione”.
L’ospedale di Perugia, assicura il commissario Antonio Onnis, approva il progetto. Tutto però era già scritto nel piano adottato dieci mesi fa ed è rimasto inapplicato.