Il gruppo Acque Minerali d’Italia, di cui fanno parte Sangemini ed Amerino, passa di mano.
I fondi investitori Clessidra e Magnetar hanno acquisito una partecipazione pari all’80% del capitale della società attraverso la sottoscrizione di un aumento di capitale per un importo complessivo di 50 milioni, mentre la famiglia Pessina rimane in AMI con il 20%.
Ufficializzata, con la comunicazione all’Autorità garante della concorrenza e del mercato, l’acquisizione congiunta (anche se c’è tempo sino al 19 luglio per avanzare osservazioni).
L’operazione, come noto, faceva già parte del concordato in continuità ottenuto dal Tribunale di Milano per il salvataggio del gruppo, che prevede anche un aumento di capitale di 50 milioni di euro, interamente riservato ai nuovi soci di maggioranza.
L’apporto di Clessidra è di 15 milioni e quello dei fondi Magnetar di 35 milioni, per entrambi vanno dedotti gli importi da corrispondere ai creditori decenti i cui crediti vanno acquistati. AMI utilizzerà l’aumento di capitale per una porzione di 37 milioni di euro per il pagamento del debito prededucibile e privilegiato da soddisfare entro un anno, per due milioni farà fronte ai costi e spese relativi agli abserver, alle consulenze e spese del c.d. remediation plan.
Tutto insomma procede come da tabella di marcia o quasi. Infatti l’analisi semestrale del piano ha messo in evidenza alcune criticità per le quali permane lo stato di agitazione sindacale. È in questo spaccato che tenta ancora di inserirsi l’imprenditore Francesco Agnello. dia dell’occupazione.