Alessio respira solo grazie alle macchine, non è cosciente ma è stato estubato e tracheotomizzato. Il giovane, 17 anni, sopravvissuto all’inferno di Canne Greche a Gubbio dove è esplosa la cascina-laboratorio per l’estrazione del Thc della cannabis per scopi terapeutici, versa ancora in fin di vita.
Nella tragedia hanno perso la vita Samuel Cuffaro, il 19enne di origini siciliane Samuele Cuffaro, secondo di tre fratelli e che, dopo il diploma conseguito all’Ipsia lo scorso anno, aveva iniziato a lavorare per l’azienda con un contratto a chiamata; e la 52enne Elisabetta D’Innocenti, che in passato aveva lavorato come cameriera, il cui corpo senza vita è stato recuperato dai soccorritori circa 4 ore dopo la prima deflagrazione.
Alessio è ricoverato al Centro grandi ustionati di Cesena e i medici non hanno ancora sciolto la prognosi. Le sue condizioni vengono definite stabili, ma è presto per dire se potrà farcela.
Tre sono le persone rimaste invece ferite.
Il 28enne Kevin Dormicchi si trova in osservazione breve intensiva all’ospedale di Branca con un trauma alla colonna vertebrale e qualche ustione.
Il titolare dell’azienda, il 32enne eugubino Alessandro Rossi, ha riportato vaste ustioni su tutto il corpo ed è stato operato d’urgenza all’ospedale di Branca dall’equipe della chirurgia ricostruttiva, diretta dal dottor Marino Cordellini, che si è avvalsa della fondamentale collaborazione – oltre che degli anestesisti – dei medici otorini ed oculisti.
Lo stesso Rossi è stato indagato dalla procura di Perugia – un atto dovuto – al pari dell’altro titolare dell’attività incentrata sulla cannabis terapeutica, Gabriele Muratori.
Titolare del fascicolo è il pm Gemma Miliano che parte dalle ipotesi colpose legate a disastro, omicidio e lesioni. Decisivi ai fini dell’indagine saranno gli accertamenti tecnici volti a ricostruire le cause dell’esplosione, con la fuga di gas che non sarebbe l’unica – e forse neppure la principale – ipotesi sul campo. Al vaglio della polizia giudiziaria dei vigili del fuoco ci sono infatti anche le sostanze presenti nel laboratorio, alcune dei quali – come i solventi, presenti in fusti – altamente infiammabili.