Riccardo Menenti, nonostante la condanna all’ergastolo per aver assassinato Alessandro Polizzi e tentato l’omicidio di Julia Tosti, è uscito dal carcere di Terni il 10 gennaio.
Il provvedimento è stato disposto dalla Corte d’Assise d’Appello di Firenze che aveva indicato questa data già nella sentenza emessa il 19 giugno dello scorso anno qualora non fosse intervenuta nel frattempo una sentenza definitiva.
Ma, grazie ai tempi della Giustizia italiana, nel frattempo non c’è stata nessun’altra pronuncia, e così dopo i ricorsi in Cassazione presentati dagli avvocati di Riccardo e Valerio Menenti, l’udienza deve essere ancora fissata. I suoi legali chiedono per lui il riconoscimento delle attenuanti generiche.
Per l’omicidio di Alessandro Polizzi, compiuto a Perugia nel marzo del 2013, ucciso a 24 anni a colpi di pistola, lo scorso giugno furono confermate le pesanti pene anche nel processo d’appello-bis celebrato a Firenze.
In quell’occasione a Riccardo Menenti, accusato di essere l’esecutore del delitto, venne confermato l’ergastolo e inflitto l’isolamento diurno di 18 mesi, mentre al figlio Valerio Menenti, che deve rispondere di concorso materiale e morale, la pena fu ridotta da 18 a 16 anni e sei mesi di reclusione. Quest’ultimo è libero per decorrenza dei termini. Il ragazzo è stato scarcerato nel maggio scorso in esecuzione di un’ordinanza emessa dal Tribunale del Riesame di Firenze. Un cavillo tecnico gli ha permesso la scarcerazione e dunque di non rientrerà in cella fino a quando la eventuale sentenza definitiva di colpevolezza passerà in giudicato.
A giugno, alla lettura del dispositivo, era presente la madre e il fratello di Alessandro Polizzi, affiancati dagli avvocati Giovanni Rondini e Nadia Trappolini.
In aula anche Julia Tosti, che si trovava con Alessandro, suo fidanzato, quando venne ucciso e fu ferita a una mano dal colpo di pistola sparato dall’omicida.
La giovane – parte civile tramite gli avvocati Luca Maori e Donatella Donati – è scoppiata in lacrime.
Il processo-bis si è svolto a Firenze dopo che la Cassazione aveva annullato le condanne stabilite dai colleghi di Perugia, Pm Antonella Duchini, affinché venissero valutate la sussistenza delle aggravanti dei futili motivi e la crudeltà ed eventualmente rideterminare la pena.
Alessandro Polizzi e Julia Tosti
Ricostruita in aula ancora una volta la dinamica dell’omicidio
L’accusa ha più volte parlato di un’esecuzione. Uno sparo partito ad una distanza compresa tra i 40 e i 50 centimetri, come stabilito dal dottor Tagliabracci, esperto di genetica forense e di medicina legale chiamato a testimoniare dalla parte civile nel processo per la morte del giovane di Ponte San Giovanni.
Fu confermata dunque anche in quel processo d’appello la tesi della dottoressa Duchini.
Secondo quanto spiegato dal perito, nella logica delle possibili dinamiche dell’omicidio, il colpo non partì quindi durante una colluttazione.
Si trattò piuttosto di un colpo mirato, puntato e esploso per uccidere con sicurezza.